Legumi, quell’ingrediente «slow» che conquista anche gli chef
Slow Beans, letteralmente «fagioli lenti», ma in realtà rete della comunità leguminosa a cui i fagioli naturalmente appartengono, di Slow Food che approda al Castello di Padernello nei giorni domani e domenica. Settecento generi, ventimila specie, dai citati fagioli alla soia, dai ceci alle arachidi che sono leguminose e non frutta secca a guscio. L’Italia ne è ricca, specie il nostro meridione, e dopo un lungo periodo di silenzio, vissuti come cibo povero, da rimuovere o esorcizzare, tornano alla ribalta grazie alle loro caratteristiche nutrizionali — contenuto proteico pari o superiore a carne e pesce, grassi polinsaturi essenziali, fibre, minerali e vitamine — e a un diverso e più sano approccio alimentare. Vengono con i loro produttori da ogni parte del territorio nazionale: la roveja, sorta di pisello colorato, di Civita di Cascia dall’Umbria, il cece nero della Murgia Carsica dalla Puglia, il fagiolo rosso scritto del Pantano di Pignola dalle zone circostanti l’omonimo lago della Basilicata… Quattro laboratori del gusto, due per giornata dal costo di 15 euro e su prenotazione, proporranno piatti a base di leguminose abbinati a vini di quattro zone vitivinicole bresciane. Altri vini nella postazione Slow Wine come altri produttori che proporranno olio, formaggi di capra… Ci saranno anche momenti d’intrattenim ento con le Fagioliadi, «gara semiseria di cucina leguminosa in cui il pubblico degusterà e valuterà i piatti che saranno poi premiati durante la manifestazione». Un fine settimana all’insegna di un alimento «slow» quanto pochi. Per info e prenotazioni slowfoodbbs@gmail.com.