Giovani e impegnate nel sociale A Lodi il Pd riparte dalle donne
La cittadina lombarda si candida come laboratorio politico per i dem
La «prof» della sinistra giovanile e l’attivista di Emergency a guidare le segreterie; la consigliera comunale che sbarca in Regione; l’esperta di cooperazione internazionale che prende le redini del caso mense. A Lodi, feudo di Lorenzo Guerini — storico presidente della Provincia e sindaco, oggi presidente del Copasir —, il Pd cambia pelle e diventa un laboratorio politico e un modello in cui sono le donne a occupare tutti i ruoli chiave e gli uomini per una volta ad accontentarsi delle retrovie. Volti nuovi, giovani, laureate e socialmente impegnate, ispirate al modello di Debora Serracchiani. Tutte donne che hanno scalato le posizioni nel partito partendo dai Consigli comunali e dall’attivismo sul campo e nel sociale.
Una sferzata per una città iper tradizionalista come Lodi che solo nel 2017 ha candidato ed eletto per la prima volta una donna come sindaco (ma della Lega). Anche i congressi Pd hanno espresso una doppietta tutta rosa e rispetto al passato è già una piccola rivoluzione. Alla segreteria cittadina c’è Laura Tagliaferri, 30 anni, insegnante di lettere, formatasi alla scuola dei Giovani democratici, forte già di cinque anni in Consiglio comunale divisi fra maggioranza e opposizione. Alla segreteria provinciale è stata eletta Roberta Vallacchi, classe 1965, funzionario Eni: viene dal volontariato ed è stata per otto anni referente di Emergency nel Lodigiano.
Poi c’è Patrizia Baffi, dal 2011 massimo riferimento del Pd a Codogno e dal marzo scorso in consiglio regionale: la prima volta per una donna lodigiana.
E Valentina Tronconi, 33enne membro dell’assemblea regionale dem, È il volto a cui il Partito democratico ha affidato la gestione del caso mense contro il contestato regolamento «anti stranieri» varato dalla giunta guidata dal sindaco Casanova.
La riorganizzazione passa da loro, ed è già un risultato perché il centrosinistra, che per vent’anni ha regnato incontrastato sia a palazzo Broletto che in Provincia, nell’ultimo biennio ha rimediato solo batoste: dall’arresto del sindaco Simone Uggetti per il «caso piscine» al crollo della base elettorale, dalla prima sconfitta l’anno scorso a Lodi città alla perdita di tutti i maggiori centri (Casalpusterlengo l’ultimo baluardo) e al recente pasticcio alle provinciali con l’esclusione per errori burocratici del candidato alla presidenza e delle liste.
Il «ticket» Tagliaferri-Vallacchi arriva nel momento in cui il partito, per anni in testa a sondaggi e tornate elettorali soprattutto in città, è finito alle spalle della Lega e dei 5 Stelle. Entrambe avranno tre anni di tempo per dimostrare che le donne in politica non sono da meno dei loro colleghi maschi: «All’inizio c’era scetticismo sulle quote rosa — osserva la Tagliaferri —, oggi ne raccogliamo i frutti. Non pensiamo di essere migliori degli uomini, ma abbiamo uno sguardo differente sulle cose e una maggiore attenzione al risvolto umano». «Le donne hanno coraggio — afferma la Baffi — e per riavvicinare la gente alla politica ci vuole anche una buona dose di coraggio».