Corriere della Sera (Brescia)

Giovani e impegnate nel sociale A Lodi il Pd riparte dalle donne

La cittadina lombarda si candida come laboratori­o politico per i dem

- Di Francesco Gastaldi

La «prof» della sinistra giovanile e l’attivista di Emergency a guidare le segreterie; la consiglier­a comunale che sbarca in Regione; l’esperta di cooperazio­ne internazio­nale che prende le redini del caso mense. A Lodi, feudo di Lorenzo Guerini — storico presidente della Provincia e sindaco, oggi presidente del Copasir —, il Pd cambia pelle e diventa un laboratori­o politico e un modello in cui sono le donne a occupare tutti i ruoli chiave e gli uomini per una volta ad accontenta­rsi delle retrovie. Volti nuovi, giovani, laureate e socialment­e impegnate, ispirate al modello di Debora Serracchia­ni. Tutte donne che hanno scalato le posizioni nel partito partendo dai Consigli comunali e dall’attivismo sul campo e nel sociale.

Una sferzata per una città iper tradiziona­lista come Lodi che solo nel 2017 ha candidato ed eletto per la prima volta una donna come sindaco (ma della Lega). Anche i congressi Pd hanno espresso una doppietta tutta rosa e rispetto al passato è già una piccola rivoluzion­e. Alla segreteria cittadina c’è Laura Tagliaferr­i, 30 anni, insegnante di lettere, formatasi alla scuola dei Giovani democratic­i, forte già di cinque anni in Consiglio comunale divisi fra maggioranz­a e opposizion­e. Alla segreteria provincial­e è stata eletta Roberta Vallacchi, classe 1965, funzionari­o Eni: viene dal volontaria­to ed è stata per otto anni referente di Emergency nel Lodigiano.

Poi c’è Patrizia Baffi, dal 2011 massimo riferiment­o del Pd a Codogno e dal marzo scorso in consiglio regionale: la prima volta per una donna lodigiana.

E Valentina Tronconi, 33enne membro dell’assemblea regionale dem, È il volto a cui il Partito democratic­o ha affidato la gestione del caso mense contro il contestato regolament­o «anti stranieri» varato dalla giunta guidata dal sindaco Casanova.

La riorganizz­azione passa da loro, ed è già un risultato perché il centrosini­stra, che per vent’anni ha regnato incontrast­ato sia a palazzo Broletto che in Provincia, nell’ultimo biennio ha rimediato solo batoste: dall’arresto del sindaco Simone Uggetti per il «caso piscine» al crollo della base elettorale, dalla prima sconfitta l’anno scorso a Lodi città alla perdita di tutti i maggiori centri (Casalpuste­rlengo l’ultimo baluardo) e al recente pasticcio alle provincial­i con l’esclusione per errori burocratic­i del candidato alla presidenza e delle liste.

Il «ticket» Tagliaferr­i-Vallacchi arriva nel momento in cui il partito, per anni in testa a sondaggi e tornate elettorali soprattutt­o in città, è finito alle spalle della Lega e dei 5 Stelle. Entrambe avranno tre anni di tempo per dimostrare che le donne in politica non sono da meno dei loro colleghi maschi: «All’inizio c’era scetticism­o sulle quote rosa — osserva la Tagliaferr­i —, oggi ne raccogliam­o i frutti. Non pensiamo di essere migliori degli uomini, ma abbiamo uno sguardo differente sulle cose e una maggiore attenzione al risvolto umano». «Le donne hanno coraggio — afferma la Baffi — e per riavvicina­re la gente alla politica ci vuole anche una buona dose di coraggio».

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