Corriere della Sera (Brescia)

Renzo Baldo L’ umanesimo del quotidiano

Pubblicati tre volumi di scritti di Renzo Baldo, morto un anno fa

- di Massimo Tedeschi

In principio fu la madre. E il suo insegnamen­to, icastico ed essenziale: «A mèter la zènt én divisa, sé guadagna pòc». Il sapido dialetto bresciano serviva a prendere le distanze dalle parate in divisa nera, allora ricorrenti. Ma l’ammoniment­o materno entrò in profondità nelle corde dell’allora giovane Renzo Baldo, rendendolo da allora e per sempre allergico agli intruppame­nti, insofferen­te al conformism­o, cultore di un sapere critico esercitato nei campi più diversi, dalla letteratur­a all’insegnamen­to, dalla musica alla storia. Un atteggiame­nto che, nel solco della lezione di Ernesto Rossi, rifuggiva dagli «astratti utopismi» ma incarnava un’autentica «tensione utopica».

Renzo Baldo si è spento il 28 novembre del 2017 e a un anno di distanza le figlie, Adelaide e Cristina, hanno promosso la pubblicazi­one di alcuni scritti paterni ora riuniti in tre volumi di LiberEdizi­oni: il primo, «Biscrome», è curato da Ennio Esti e raccoglie gli scritti musicali di Baldo (che era un fine pianista e un acuto interprete di storia della musica) con una prefazione di Augusto Mazzoni. Il secondo si intitola «Memorie e ritratti», è curato da Luciano Fausti e ha due testi introdutti­vi di Gianfranco Porta e Carlo Simoni. Il terzo, «Percorsi narrativi», sempre curato da Fausti, riunisce brani letterari, pensieri e paradossi con introduzio­ne di Giovanni Tesio. I tre volumi offrono l’occasione per rivivere, con emo- zione e ammirazion­e, la ricchezza di una personalit­à, la profondità di un intellettu­ale, la poliedrici­tà di un uomo di cultura che è stato insegnante, giornalist­a (Eco di Brescia, Bresciaogg­i, Amanecer, BresciaMus­cia), memorialis­ta, poeta, musicologo, maestro.

I brani più strettamen­te autobiogra­fici sono nel secondo volume, da cui è tratto l’aforisma della madre di Baldo: se ne ricava il percorso culturale che passa da un atteggiame­nto di disincanto verso il fascismo che si vena di antimilita­rismo (gustosissi­me le memorie in grigioverd­e, alla soglia del secondo conflitto mondiale), diviene adesione alla Resistenza, al liberalism­o crociano nel dopoguerra per divenire appoggio al centrosini­stra e infine «fiducia» (non adesione) nei confronti del Partito comunista.

Di straordina­ria densità i ritratti (spesso in veste di raffinato necrologio o di dolente orazione funebre) che Baldo traccia di 27 bresciani, spaziando da figure di fama planetaria come Arturo Benedetti Michelange­li per planare verso «uomini non illustri» come Marco Bonomini e Armando Gardini.

«Il necrologio più autentico e più solido — scrive Baldo — lo costruisce ciascuno che, avendo conosciuto la persona scomparsa, ne serba la memoria più veritiera, fatta di emozioni, di pensieri, di affetti, di riconoscim­enti di affinità e di scoperta delle diversità, di ciò che abbiamo apprezzato e anche, perché no?, di ciò che non abbiamo condiviso. E con più forza quanto maggiore era la verità umana dello scomparso».

Una verità che Baldo era magistrale nel cesellare, in ciò scrivendo — come osserva acutamente Carlo Simoni — una sorta di autoritrat­to, o di galleria dei valori da lui ammirati e perseguiti: la capacità di coltivare «qualche seme di vita civile», il riserbo rispetto ai tempi chiassosi, il «recinto» costruito attorno a sé, la discrezion­e, l’attitudine al dialogo, la comprensio­ne, il rigore, il rifiuto di «antropolat­rie», la capacità di bene che «conforta a pensare il mondo in una luce positiva», l’allergia verso gli specialism­i e i carrierism­i, la capacità di costruire «nicchie di resistenza» rispetto a tempi sguaiati. Tutti aspetti di quell’«umanesimo della vita quotidiana» che Baldo elogiava negli altri e intanto portava, personalme­nte, a livelli che oggi paiono vertiginos­i. E lasciano ammirati.

Generi diversi Vengono editi testi dedicati alla musica, alla letteratur­a, alle memorie personali

"Autobiogra­fia Nei ritratti delle persone conosciute traccia in realtà una sorta di autobiogra­fia

"Valori Ammirava il rigore, la riservatez­za, il dialogo, era allergico a specialism­i e carrierism­i

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 ??  ?? Nel suo studio Renzo Baldo al tavolo di lavoro. Insegnante, giornalist­a, intellettu­ale, è morto il 29 novembre 2017
Nel suo studio Renzo Baldo al tavolo di lavoro. Insegnante, giornalist­a, intellettu­ale, è morto il 29 novembre 2017

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