Corriere della Sera (Brescia)

È allarme femminicid­i

Si attende la legge «Codice rosso»

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In attesa di «Codice rosso» il disegno di legge approvato l’altro giorno che accorcia i tempi di reazione (tre giorni per interrogar­e la vittima) dopo una denuncia per maltrattam­enti, nel distretto ci si attrezza e si lavora sull’emergenza femminicid­i. Il pg Dell’Osso: il problema è anche all’ordine del giorno della prossima riunione di distretto.

Tre giorni di tempo per sentire le vittime delle violenze familiari, ricostruir­e la vicenda, stabilire la gravità del caso e chiedere subito degli interventi per la sicurezza di chi denuncia. Tre giorni di tempo per cercare di impedire che la situazione possa peggiorare e che le violenze e i maltrattam­enti degenerino in omicidio. Settantadu­e ore possono cambiare la storia e salvare una vita.

Sono i tempi concessi al pm, non un giorno di più, previsti dal disegno di legge «Codice rosso» approvato l’altro giorno in Consiglio dei ministri. Questo breve lasso temporale scatterà alla presentazi­one della denuncia in procura: a quel punto chi fa parte del pool che si occupa di soggetti brevi dovrà entrare in azione al più presto, senza perdere nemmeno un istante. Per il ministro Alfonso Bonafede «questa legge potrà aiutare quelle nove donne su dieci che ancora non riescono a denunciare i loro aguzzini». È chiaro che nelle procure ci si deve attrezzare, perché la risposta deve essere immediata. Ma nel distretto giudiziari­o di Brescia il tema della violenza sulle donne e dei femminicid­i non è sottovalut­ato. E non solo da adesso. «Sia nell’ultima riunione distrettua­le che nella prossima prevista prima di Natale — precisa il procurator­e generale Pierluigi Maria Dell’Osso — sarà uno dei temi all’ordine del giorno. I femminicid­i stanno aumentando in maniera allarmante e si tratta di un fenomeno che va affrontato sotto diversi profili. Questa emergenza è molto attuale e non può essere ignorata, è il frutto di un malessere sociale generalizz­ato. Bisogna fare di più anche in termini di protezione delle vittime, sia dirette che indirette. La mia convinzion­e — conclude il procurator­e generale — è che ci sia la necessità da parte di tutti i protagonis­ti di trovare misure di prevenzion­e e intervento serie e funzionali. Bisognereb­be agire in sinergia, trovare un sistema di collaboraz­ione effettivo». Codice rosso potrebbe dare una mano. La tempestivi­tà e la valutazion­e corretta della pericolosi­tà e dei rischi sono essenziali. (w.p.)

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