Cambio generazionale, consigli per l’uso
Brescia è in controtendenza: da rischio a opportunità di crescita
"Massiah Se è vero che decidere da soli può essere anche bello e decisamente veloce, ma è altrettanto vero è che è molto più rischioso
Il passaggio generazionale nelle aziende è uno dei temi, ormai da anni, più trattati, studiati e approfonditi all’interno del vasto mondo della «cultura d’impresa». Eppure ad affrontare quello che può essere un rischio e farlo diventare invece un’occasione di crescita, si fa ancora fatica. A dirlo sono i numeri: solo nel 25% dei casi l’imprenditore senior ha lasciato disposizioni testamentarie; il 65% degli imprenditori ha più di 60 anni con il 25% che supera i 70; in una impresa familiare su due è presente un discendente non solo nella proprietà ma anche nel management. La ciliegina arriva dalla Commissione europea con la stima che solo un terzo delle aziende sopravvive alla seconda generazione e solo una quota tra il 5 e il 15%, supera la terza. Brescia, anche su questo argomento, può essere considerata un’eccezione. Tante le imprese e gli imprenditori che hanno superato l’ostacolo e lo hanno raccontato ieri al convegno organizzato da Ubi e Aib e soprattutto nel volume della Fondazione nazionale Cinzia Dabrassi (edito dalla FrancoAngeli) dal titolo «Il passaggio generazionale. Da rischio ad opportunità di crescita per le imprese». Un libro nel quale i ricercatori hanno inserito il tema della successione in azienda in un contesto di riferimento generale per poi andare ad analizzarne i rischi ma anche la loro ge- stione e soprattutto le possibili soluzioni. Comprese quelle meno conosciute e utilizzate come il trust. Con una premessa: ogni caso e situazione è a se stante e per questo va approfondita in modo particolare. Con la consapevolezza, però, che ci sono paletti e regole generali che devono essere conosciute. E non solo quelle riconducibili a fattori tecnici come quelli fiscali, legali, civilistici, economici o organizzativi, ma anche psicologici come le dinamiche emozionali sempre molto presenti nelle imprese familiari. «E se è vero che decidere da soli può essere anche bello e sicuramente è veloce – ha ricordato il consigliere delegato di Ubi Banca, Victor Massiah – altrettanto vero è che è molto più rischioso». E se il veder crescere e proseguire nel tempo la propria azienda è una delle priorità dell’imprenditore, allora è meglio prepararsi per tempo ed evitare errori evitabili. Buona lettura.