Passato al Senato il salva-enclave Campione spera: «È già un inizio»
Il decreto sul casinò atteso lunedì alla Camera
CAMPIONE D’ITALIA I tempi di Roma e dell’iter parlamentare non sono quelli di Campione d’Italia e dell’urgenza di chi da mesi è senza lavoro o senza stipendio. L’emendamento «salva enclave» approvato in Senato e atteso al vaglio della Camera però riaccende almeno una speranza di veder riaprire il casinò, chiuso dal luglio scorso per fallimento. Condizione indispensabile per rimettere in moto un paese che, con i suoi circa duemila abitanti, è sempre ruotato attorno alla casa da gioco.
Da luglio Campione, isola italiana nel cuore del Canton Ticino, invocava un intervento di Roma. Che è arrivato con un emendamento al decreto legge fiscale che dovrebbe portare alla nomina di un commissario straordinario che definisca un percorso per riaprire la casa da gioco.
Nella migliore delle ipotesi ci vorrà qualche mese, che sono una eternità per i 482 dipendenti che il 10 dicembre prossimo riceveranno la lettera di licenziamento. «Almeno ora si intravede l’inizio di un percorso che potrebbe portare alla ripartenza della casa da gioco — dice Giorgio Zanzi, commissario prefettizio inviato a tenere le redini del Comune, in dissesto finanziario —. È un segnale, anche se il contesto in paese è di grande apprensione e preoccupazione. La quasi totalità delle famiglie ha almeno una persona impiegata in Comune o al casinò e c’è un senso di provvisorietà».
L’emendamento giallo-verde prevede anche alcune agevolazioni fiscali per i residenti ma anche per le imprese. Le misure, definite «per il rilancio di Campione» prevedono una modifica del cambio franco svizzero-euro ai fini del calcolo dell’Irpef, con una riduzione del 30 per cento dell’imposta sul reddito per le persone fisiche residenti nel comune ma anche per i professionisti con studio nell’enclave. Lo stesso «sconto» viene concesso alle società. «Le agevolazioni fiscali renderanno attrattiva l’area di Campione d’Italia — commenta il parlamentate comasco dei 5Stelle Giovanni Currò —. Abbiamo dimostrato lungimiranza e un’ottima impostazione del lavoro per la rinascita del paese. Ma il lavoro non si ferma qui, questo è solo l’inizio di una soluzione per un territorio che negli anni si è contraddistinto per una rappresentazione della peggiore politica italiana».
L’emendamento dovrebbe arrivare alla Camera lunedì prossimo. Nelle stesse ore è attesa la decisione del Tar del Lazio sul ricorso contro gli esuberi di 86 dei 102 dipendenti del Comune.
Il personale è senza stipendio dal febbraio scorso. «Il municipio è in dissesto e non posso che proseguire nell’iter che mi impone la legge, con la mobilità per i lavoratori in eccesso — spiega Zanzi —. Le normative mi dicono di ristrutturare il Comune come se fosse uguale a tutti gli altri, senza tenere conto delle peculiarità di questa realtà. In assenza di un intervento normativo o di una indicazione diversa dovremo procedere. Ho avviato anche la vendita degli immobili comunali, ma naturalmente sono procedure per le quali i tempi non sono brevi».
La crisi
Dopo il fallimento della casa da gioco la cittadina ha invocato l’intervento di Roma