Casette occupate in via Gatti: «Vuote in 5 mesi, poi demolite»
Sindaco e assessore promettono soluzioni abitative per tutti i 45 abitanti Caos in consiglio comunale: Diritti per Tutti attacca la Lega, volano insulti
«Nessuno sgombero. In cinque mesi troveremo nuove soluzioni abitative per tutti gli occupanti, come abbiamo già fatto per l’hotel di via Corsica. E non appena una delle tre casette sarà libera verrà abbattuta». Il sindaco Emilio Del Bono detta la linea in merito al futuro delle casette di via Gatti, quartiere Sanpolino, occupate da una cinquantina di persone dal 2013 («senza che abbiano mai creato disordini o problemi con la giustizia» sottolinea il sindaco). Tema sul quale ieri pomeriggio il consiglio comunale si è surriscaldato assai, visto che tra il pubblico erano presenti diversi occupanti degli alloggi, sostenuti dagli attivisti di Diritti per Tutti. Sono loro ad aver criticato aspramente l’interrogazione con la quale la Lega chiedeva alla Giunta «in quanto tempo verrà ripristinata la legalità ed eseguito l’abbattimento».
Il consigliere leghista Davide Giori Cappelluti sta replicando all’intervento dell’assessore ai servizi sociali, Marco Fenaroli, quando dal pubblico arrivano pesanti contestazioni. Una residente straniera srotola uno striscione e grida «casa, diritti, dignità». Il presidente del consiglio, Roberto Cammarata, sospende la seduta (per pochi minuti) mentre gli uomini della polizia locale accompagnano verso l’uscita gli autori della protesta. «Pezzi di m..., schifosi» gli epiteti lanciati ai consiglieri del Carroccio, che rispondono a suon di «drogati» e «schifosi». Insomma, una pagina non certo edificante per l’aula di palazzo Loggia ma senza scontri fisici. «Mi hanno detto che verranno a prendermi nella mia pasticceria, è una minaccia gravissima e inaccettabile e farò denuncia» dice il capogruppo leghista Massimo Tacconi, mentre la collega Melania Gastaldi ricorda l’aggressione subita cinque anni fa dal loro segretario, Paolo Sabbadini. Qualche tensione verbale anche con Laura Castagna, candidata sindaco per Alleanza Nazionale-Forza Nuova e presente in sala («zitta, fascista»).
Se il bersaglio delle critiche degli attivisti è la Lega è però la maggioranza che ha programmato da tempo di trovare una diversa sistemazione per gli abitanti delle casette. «In agenda veniva prima dell’hotel occupato di via Corsica» ricorda Fenaroli, ma le priorità si sono invertite quando la Lega si è appellata al ministro dell’Interno. «I personaggi che hanno appena lasciato l’aula confondono occupazione abusiva con i servizi sociali su Facebook scrivono di voler rioccupare l’hotel di via Corsica — attacca Giori Cappelluti — è la dimostrazione di come voi vi facciate prendere in giro dai vostri amichetti dei centri sociali». Il presidente Cammarata non gradisce: «piano con gli amichetti». Al di là degli scontri verbali è Fenaroli ad entrare nel dettaglio della situazione di via Gatti. Le casette, costruite oltre dieci anni fa per gli operai del metrò, sono occupate dalla primavera 2013. E lo sono tutt’ora. Dentro ci vivono 37 single e 4 coppie. Persone con problematiche sociali, sanitarie e anche psicologiche non indifferenti: «quasi tutti sono disoccupati — ricorda Fenaroli —. Con la cooperativa La Rete dovremo trovare un percorso lavorativo e alloggi vicini al luogo di lavoro». Questione bollette: «Il Comune paga elettricità ed acqua, 10 mila euro all’anno» dice Fenaroli. «Ma quanto avremmo speso se avessimo dovuto trovare loro degli alloggi in questi 5 anni? Resto dell’idea che in quelle baracche era meglio allestire un presidio permanente per l’emergenza abitativa in città».
Il clamore della protesta fa passare in secondo piano gli altri temi del consiglio: Paola Vilardi stigmatizza il cambio dello Statuto della Fondazione Asm «per dare uno stipendio al suo presidente, l’ex assessore Felice Scalvini» e chiede se la Loggia intenda fare lo stesso con altre partecipate. «No» la risposta secca, che include una precisazione: «Fondazione Asm non dipende dalla Loggia». Approvata anche la variazione al bilancio di variazione «che libera 730mila euro in più per gli investimenti» spiega l’assessore Fabio Capra. E tutti (tranne il pentastellato Ghidini e Albini di Sinistra a Brescia) votano sì ad un ordine del giorno di Forza Italia che impegna il Comune «a sollecitare il Governo nazionale perché si proceda, senza più tentennamenti, alla realizzazione della Tav nella completezza del suo progetto che prevede il tratto BresciaVerona».
La miccia? Un’interrogazione
Il Carroccio chiede il ripristino della legalità a Sanpolino e scoppia la bagarre: i contestatori vengono allontanati e il consiglio sospeso