Giovani artigiani crescono
Kermesse Torna alla Fiera di Rho la grande vetrina del fatto a mano con oltre 300 espositori
Era la classica falegnameria di paese. Lavorazioni precise, legni scelti con cura. Sembrava un facile passaggio di consegne, di padre in figlio. Il trentenne Daniele Balangero fiuta però la flessione del mercato, intuisce l’urgenza di una svolta. Cresciuto fra i trucioli, non rinnega il materiale, solo inizia a sperimentare forme diverse. Oggi il laboratorio Balume a Borgo San Dalmazzo, provincia di Cuneo, produce una linea di lampade costruite con impiallacciature. Alti steli e piccole abat-jour. «La modellazione del legno impiallacciato fa trasparire la luce, donando leggerezza e mettendo in evidenza le venature», dice Daniele.
Puntuale come ogni anno, torna oggi Artigiano in Fiera a Fiera Milano Rho (ore 10-22, fino al 9), nove giorni di immersione nel fatto a mano italiano e di tutto il mondo. Nell’area dedicata al nostro paese, è possibile vedere dal vivo le mani di Daniele piegare listelli che rivestivano mobili per creare onde e trasformarle in luci. In fiera spiccano i giovani artigiani. Molti, come Daniele, hanno ereditato l’attività familiare e puntato, vincendo, su nuove produzioni, nuovi decori, un marketing più agguerrito, l’e-commerce. Da Monteforte Irpino, Avellino, arriva una collezione di borse componibili (fianco, pannelli e manici in diecimila tonalità e versioni) in materiali di recupero (da lavorazioni del feltro e della gomma). «La pelletteria del nonno si chiamava Gioia e aveva modelli classici di qualità», racconta il giovane Adriano Dauria. «Ora è diventata Joy e propone borse ecologiche di gusto contemporaneo».
Anche tra le valli dolomitiche del Trentino si spinge lo sguardo lontano: i quattro cugini Leonardi, under 30 di Borgo Lares, hanno preso le redini del laboratorio di famiglia, che dagli anni Cinquanta realizzava souvenir di legno, trasformandolo in una realtà di design. «Il know how è ancora quello di papà e dello zio, con l’aggiunta di un’impronta stilistica e imprenditoriale tutta nuova», dice Massimo Leonardi. Altri esempi? Le scarpe vegane di Risorse Future (la seconda generazione ha risollevato un’azienda calzaturiera marchigiana in declino), o i succhi e il sidro Franchetti (storia analoga: azienda agricola di mele in Valtellina rilanciata da due fratelli).
Tradizioni rivisitate: un fenomeno solo nostrano? «Affatto, il cambio di passo è globale», dichiara Antonio Intiglietta, presidente Ge.Fi.Spa, ente promotore della fiera. Intiglietta racconta, ad esempio, di una nuova generazione di artigiani africani, da Senegal, Tunisia, Madagascar, che presentano produzioni in ceramica, cuoio, sbalzo del rame, vetro soffiato, tradizionali ma innovative, rilette proprio sul gusto del mercato occidentale.
In questa edizione della fiera torna Artimondo restaurant, con le migliori ricette italiane, promosso con Federazione Italiana Cuochi e Nazionale Chef. Fra le novità, il padiglione La tua Casa (sicurezza, depurazione, cura verde, arredi), e nell’Atelier Moda e Design, il debutto dell’alta bigiotteria.