Elio e la classica: per me è sì
Il cantante conduce la finale di «Amadeus Factor» al Dal Verme «Fidatevi, Rossini è più moderno di Fedez. Questi ragazzi vi stupiranno»
«Rossini è più giovane di Fedez. E non si metta a ridere, perché è la verità e sono serissimo». L’aggettivo al superlativo è difficile da accettare mentre Elio, storica voce delle Storie Tese lo pronuncia col tipico tono che non fa mai capire se stia scherzando o dicendo sul serio. Però il popolare cantautore argomenta la sua affermazione: «Quando Rossini compose il Barbiere di Siviglia aveva 24 anni, se non erro Fedez ne ha 29. Forse basterebbe conoscere la classica non dico approfonditamente, ma almeno un pochino, per sentirla più vicina e più moderna di quel che si pensa di solito». Lui, diventato famoso con pezzi come «Servi della gleba» o «La terra dei cachi», che ha alle spalle studi classicissimi, compreso un diploma in flauto traverso al Conservatorio. Ora sta dando un suo fattivo contributo alla diffusione della musica alta, presentando la lirica in tv, omaggiando Rossini con spettacoli a tema e stasera conducendo «Amadeus Factor», versione classica di «X Factor» di cui è stato giudice.
I finalisti del talent — che ha visto in questi mesi cimentarsi decine di cantanti, pianisti, violinisti e gruppi da camera, senza dimenticare una sezione aperta al jazz — si sfideranno al Dal Verme. A salire sul palco sarà anche la violinista jazz Anais Drago, che contenderà la vittoria al pianista David Irimescu, al soprano Barbara Massaro e al Trio Chagall: ognuno di loro suonerà per un quarto d’ora, il voto sarà per metà stabilito dalla giuria artistica presieduta da Ottavio Dantone e composta da affermati solisti come Beatrice Rana, Enrio Bronzi, Enrico Pieranunzi e Monica Bacelli, per il 30% dalla giuria critica e per il 20% dal pubblico. Sul palco Elio sarà affiancato dalla Banda Osiris, e ovviamente intercaleranno ai recital i loro pirotecnici sketch. «Ma chiariamo, non è un nostro spettacolo; ci conosciamo da una vita, abbiamo fatto tante cose assieme, c’è una sintonia totale, ci divertiremo e speriamo di divertire; ma i protagonisti veri della serata sono questi giovani. E, se posso osare, la musica classica in generale». Qui il tono di Elio si fa più serio: «Il pubblico della classica ha i suoi anni, non solo invecchia ma si sta estinguendo. Iniziative come Amadeus Factory mi sembrano un bel segnale: forse chi è dentro il mondo della classica, sta iniziando a sperimentare strade e format diversi per attirare un nuovo pubblico, soprattutto un pubblico più giovane». Quando il debutto più che sul palco avviene in platea, per Elio accade una cosa interessante: «C’è gente che ascolta certi grandi capolavori per la prima volta, scoprendo non solo un singolo brano ma talvolta un genere, un linguaggio; è un’esperienza che addirittura supera chi due secoli fa ascoltava il Barbiere di Siviglia di Rossini magari avendo nell’orecchio, come pietra di paragone, quello composto da Paisiello; un’esperienza che confesso di invidiare: come mi piacerebbe riprovare quello stupore percepito sentendo per la prima volta pezzi come Largo al factotum».