Quartieri, è l’ora X Gli ultimi appelli a non disertare
«Per noi un’esperienza utile, si può diventare interlocutori veri della Loggia. Senza sarebbe peggio»
L’assessore Valter Muchetti vince il premio dell’originalità: in un video canta Gaber e invita ad andare al voto. Oggi è l’ora X per i quartieri: si rinnovano i consigli e le urne rimarranno aperte fino alle 20,30. I presidenti uscenti sono unanimi nel chiamare i bresciani al voto: «Senza sarebbe peggio».
Oggi si vota in città per rinnovare i consigli d quartiere. Poco meno di quattrocento candidati, 230 eletti, seggi aperti in ognuno dei 31 quartieri dalle 8,30 alle 20,30, il dato più significativo sarà quello dell’affluenza. Che quattro anni fa fu del 10% circa. Questa volta si teme possa andare peggio, non fosse altro perché da un giro con l’altro tutte le elezioni registrano cali preoccupanti di partecipazione, politiche ed amministrative comprese. Sarà anche per questo che negli ultimi giorni ci sono stati appelli congiunti di maggioranza ed opposizione alla partecipazione e ieri su Facebook l’assessore Valter Muchetti ha persino cantato Gaber in un video invitando ad andare a votare. I migliori sponsor della partecipazione sono però sicuramente i candidati che non si defilano al secondo giro ma restano in sella. Convinti che l’esperienza sia stata utile e profittevole, che un dialogo con l’Amministrazione ci sia stato, che tutto è migliorabile ma non averli (o averli ma delegittimati in partenza dalla scarsa affluenza) sarebbe anche peggio. Francesco Catalano, presidente di quartiere del Centro storico Nord (Carmine e dintorni) è contento dell’esperienza fatta: «È stata esperienza molto utile. Poi, certo, dipende da come intendi la cosa. Devi capire il funzionamento della macchina, accettare i tempi amministrativi, comprendere che in qualche modo fai parte della macchina amministrativa. Se ti poni in ottica di scontro non va bene». Le sedi per fare opposizione dura sono insomma altre. Così come è indubbio che l’esperienza funziona se si dedicano tante ore (gratuitamente) e ci si impegna per conoscere e approfondire. «Se si fa così — osserva Catalano — l’esperienza diventa significativa e si può diventare referenti reali per l’Amministrazione. Togliendo spazio a chi urla di più». Non tutto è perfetto, anzi: «Un po’ di attenzione in più ci vorrebbe: a volte ti arrivano sul tavolo progetti quando sono già stati decisi. È vero che siamo organismo solo consultivo, ma proprio per questo sarebbe bene consultarci prima, non dopo». Detto questo, Catalano di una cosa si dice certo: «Non avere i consigli di quartiere sarebbe peggio». Anna Frattini, 31 anni, insegnante di Filosofia, presidente al quartiere Violino, si ricandida perché è molto soddisfatta dell’esperienza: «La sfida più complicata è coinvolgere i giovanissimi — spiega —, ma abbiamo lavorato molto anche in quella direzione». Negli anni si è costituita un’associazione ad hoc, sono stati portati avanti percorsi di cittadinanza attiva, promossi incontri pubblici, fatto proposte su piste ciclabili, zone 30 e mobilità dolce in generale. Il punto dolente? «Tante incombenze rispetto alle forze disponibili. Forse sarebbe meglio fare qualcosa in meno ma lavorare di più sulla partecipazione». Ad ogni modo, pur con tutti i se e i ma del caso, l’esperienza è considerata positiva. Per questo sperano che al voto ci sia un minimo di affluenza. «Speriamo — dice Catalano —, anche perché la pubblicità questa volta è stata minore rispetto a quattro anni fa».