Corriere della Sera (Brescia)

Brescia d’assalto contro il Livorno fanalino di coda

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Gli opposti si attraggono, ma non nel calcio. Il secondo attacco, oggi alle 15, affronta il peggior reparto offensivo del campionato: Brescia-Livorno ha tutta l’aria di essere una partita spigolosa e ruvida, un testacoda puro, tra i pochi di una Serie B senza padroni.

Potrebbe essere il miglior trampolino per un balzo in classifica dopo il ko di Venezia, il primo della gestione Corini. Ma è, allo stesso tempo, il classico incrocio pericoloso. Ricorda la sfida con il Cosenza, l’unica nella quale le Rondinelle non subirono gol. «Fu l’unica mia partita un po’ sporca, nelle altre abbiamo sempre giocato a calcio perché siamo costruiti per attaccare: è nel Dna di questa squadra ed è molto più difficile fare gol, nel calcio, piuttosto che non prenderli», ricorda Corini. C’è però una difesa da registrare, reduce da sei gol incassati nelle ultime tre partite, una routine dalla quale non si è differenzi­ato nemmeno il pomeriggio (pur magico) con il Verona, che oggi si cercherà di ripetere. Almeno nello schieramen­to in campo: un acciacco impedirà a Sabelli di rientrare, ancora al palo è anche Tremolada, ma torna Ndoj e, in attesa di capire se Gastaldell­o ritroverà una maglia al centro della difesa (Cistana resta favorito), il tecnico riproporrà tra i titolari Mateju — a destra, con Curcio a sinistra — e Spalek — sempre da trequartis­ta — nell’occhio del ciclone da settimane per l’incidente durante la sosta: «I ragazzi — ha chiuso il discorso ieri l’allenatore — hanno rischiato di morire e sono benvoluti dal gruppo. Il perdono fa parte della vita e di un nostro modo di essere». Sull’altra panchina troverà Roberto Breda, una vita da subentrant­e, chiamato spesso a stagione in corso al capezzale di squadre ferite: a Latina sfiorò una miracolosa promozione in Serie A, altrove gli è andata meno bene e a Livorno, dove ha rilevato Cristiano Lucarelli, ha messo assieme un pareggio in due gare senza segnare. «Ma è una squadra che ha lasciato qualcosa per strada — ha ricordato Corini — e ha sempre giocato bene». Difficile parlare male del proprio avversario di turno, in più nei labronici gioca Alessandro Diamanti, uno che qui arrivò da erede di Baggio e se ne andò da principale imputato per l’immediato ritorno in Serie B. Dove è tornato, a casa sua, dopo un lungo peregrinar­e: «Ci siamo preparati. Impossibil­e però limitarlo tecnicamen­te e tatticamen­te non dà punti di riferiment­o», dicono da casa Brescia.

Il Livorno non è solo lui. Ha altri pregi. E moltissimi difetti. Altrimenti non sarebbe ultimo da solo in classifica. Che vinca il migliore è l’auspicio giusto, perché è evidente chi lo sia tra le due contendent­i.

La formazione Sabelli dà forfait, Mateju e Spalek ancora titolari: «Perdonare fa parte della vita»

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Auspicio Le Rondinelle in festa nel derby con il Verona
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di Luca Bertelli

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