Stilista bresciano per la stella della Scala
È di Tolentino l’abito per il ricevimento dopo la prima del soprano Hernández
Un abito creato da uno stilista bresciano per la prima donna della Scala, la sera di Sant’Ambrogio. Saioa Hernández, soprano spagnolo, venerdì sera dopo la recita scaligera, parteciperà al ricevimento della Società Giardino indossando un capo gran sera creato da Gianni Tolentino. che ha l’ atelier in via della Spiga a Milano. Tolentino per la stella spagnola ha creato un abito lungo colore blu notte, impreziosito con pizzi trasparenti e una coda da sirena.
Un abito bresciano per la prima donna della Scala, la sera di Sant’Ambrogio. Saioa Hernàdez, soprano spagnolo, protagonista dell’ «Attila» di Verdi, dopo la recita scaligera, parteciperà al ricevimento della Società Giardino indossando un capo gran sera creato da uno stilista concittadino: Gianni Tolentino. che ha l’atelier in via della Spiga a Milano.
Come è andata? «Mi ha dato appuntamento in teatro. Da una simpatica chiacchierata sono usciti i suoi pensieri ed i gusti. Poi vedendola muoversi in prova, non ho solo apprezzato la sua bellezza, ma l’elegante portamento Mi sono fatto così una idea di che cosa avrebbe potuto andarle bene».
Gianni Tolentino apre un cassetto della sua scrivania, simile a uno scrigno, e tira fuori una pacchetto di bozzetti preparatori compreso quello mandato in confezione assieme al carta modello, per il taglio della stoffa, che avviene in genere sotto il suo occhio esperto. Colpisce la lunghezza dell’abito gran sera con strascico. Il tessuto è in velluto di seta color blu notte. Ha una linea da sirena. Uno scollo profondo a V sul petto.
La lettura del cronista si fermerebbe qui se non intervenisse in aiuto Tolentino con altri chiarimenti. «L’abito ha inserti di pizzo in tinta sulla schiena e sul davanti. Ho completato l’abito con una gonna sovrapposta di pizzo trasparente con strascico per dare leggerezza all’immagine. In vita una cintura in Swarovski a corolla ricamata a mano. Ho disegnato il modello davanti a lei e la cosa le è piaciuta».
Così Saoia apparirà al ricevi- mento dopo lo spettacolo, una volta smesso il costume dell’audace Odabella la figlia del re di Aquilei che si oppone ad Attila. Un corso raffronto.
A Luciano Chailly sono basate due arie per capire che il soprano spagnolo sarebbe stata la protagonista dell’opera che debuttò alla Fenice nel 1846. A Tolentino invece son bastati due passi e dall’incedere ha capito cosa avrebbe potuto ben fasciare il sinuoso corpo della cantante.
Lo stilista, ha 40 anni di professione sulle spalle. La sua famiglia è originaria di Pavone Mella. Racconta: «Io sono nato a Milano, ma ben presto sono tornato a casa con mia madre. Da ragazzino andavo in vacanza da mia zia Caterina alla cascina Bassino. Ricordi dolcissimi. Se restavo solo mi incantavo ad osservare la natura e la campagna. Forse è per questo che ho incominciato a dipingere».
A 18 anni il suo arrivò nella metropoli e gli studi al Marengoni e nell’Accademia di Brera. Da lì esce stilista, costumista, designer e pittore accademico. Nel 1980 il suo primo atelier, in via Bigli, nel quadrilatero della moda. Dieci anni dopo si sposta a palazzo Borromeo, in via Manzoni. Qui inizia a firmare collezioni prêt à porter che hanno fatto la gioia delle signore della «Milano da bere». Si specializza poi in abiti da sera. La grande passione di Tolentino, che spesso è in città avendo parenti in via Corsica e dintorni, è rappresentata dal teatro e dal Carnevale di Venezia.. Attualmente sta anche collaborando allo spettacolo su Bazzini.