GIUSTO INTITOLARE UNA VIA A SPIAZZI, CRITICO D’ARTE SAPIENTE E INFATICABILE
Caro Tedeschi, a volte scorrendo i nomi delle vie dei paesi bresciani ho l’impressione che siamo molto conservatori: va bene ricordare alcune denominazioni antiche, ma sembra che la storia per noi si sia fermata all’epoca risorgimentale. Siamo pieni di vie dedicate a Garibaldi e a Vittorio Emanuele II, ma poveri di nomi che rimandino a pagine della nostra storia recente. Sono forse io troppo “innovatore”?
Luciano Casali Caro Luciano, la toponomastica è sottoposta a precise regole, non ultima quella che prescrive che siano passati almeno dieci anni dal decesso della personalità da ricordare. Un modo per far sì che l’emozione del lutto sia “raffreddata” e la grandezza di una persona abbia ricevuto conferma nel tempo. Non penso poi che la storia contemporanea sia così sottostimata: non c’è paese che non possa esibire la sua via Gramsci o via Aldo Moro. Peraltro, se lei pensa ai disagi che comporta cambiare tutti i documenti in caso di nuova denominazione della via o piazza di residenza, capisce bene che le riforme vanno maneggiate con cura. I cambiamenti più radicali della toponomastica coincidono con il cambio dei regimi: circostanza che oggi non è data. L’ultimo problema è che ci sono poche vie nuove da “battezzare”. Anche per questo va salutata con favore la decisione del Comune di Brescia di intitolare una via di Sanpolino a Luciano Spiazzi (1930-1988) uomo di scuola, preside, intellettuale, critico d’arte per i quotidiani locali. La cerimonia questa mattina alle ore 11.45 all’angolo via Aldrighi-via Levi Sandri. Persona dotata di grande saggezza e bonomia, Luciano Spiazzi ha recensito le mostre di almeno 600 artisti bresciani. Ho avuto la fortuna di conoscerlo, di constatare la sua infinita dedizione nel raccogliere e valorizzare la creatività di tanti artisti bresciani. Non amava gli sperimentatori concettuali ma i poeti della pittura, è stato scritto di lui. Per questo il suo nome figurerà benissimo nel reticolo di vie degli artisti a Sanpolino: da Aldrighi a Lusetti, dai Di Prata a Cavellini. Tutti contemporanei, caro Luciano.