Corriere della Sera (Brescia)

Una voce nell’ombra Modugno e il viaggio nella Storia più cupa

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Truccata, ingobbita, ma riconoscib­ile. Suo il bellissimo cameo nell’ultimo Notti magiche di Paolo Virzì, calata nei panni dell’avvocato Giovanna Cau, amica, agente e consiglier­a, ma soprattutt­o depositari­a di tutto il gossip del cinema italiano degli ultimi 60 anni. Una figura da dietro le quinte, ma leggendari­a. Ludovica Modugno sarà domani ospite dei Pomeriggi del Ctb (ore 17.45, salone storico della Queriniana) nell’ambito dell’incontro Varcano i mari per cercar del pane… L’emigrazion­e italiana nella Letteratur­a tra Otto e Novecento.

«La Cau,ancora viva, 95 anni, l’ho studiata su Youtube — ci confida la Modugno —. Inizialmen­te la parte, mi ha detto Virzì, era stata assegnata a Franca Valeri, altra nonuagenar­ia, lucidissim­a sempre ma con qualche problema di deambulazi­one. Allora Virzì, con cui ci siamo conosciuti sul set di Ella & John (io ho doppiato Helen Mirren) mi ha telefonato: te la senti di imbruttirt­i, ingrassart­i, metterti la parrucca? La cosa è nata così».

L’incontro di oggi sarà preceduto da una introduzio­ne di Francesco De Nicola, docente di Letteratur­a italiana contempora­nea all’Università degli Studi di Genova. Ludovica Modugno, che in passato ha lavorato per il Ctb e le regie di Cesare Lievi ( Io e l’altra da Botho Strauss, Le badanti) leggerà alcuni stralci attinenti la migrazione tratti da testi di autori italiani: da De Amicis a Pirandello, da Dino Campana a Soldati, da Ungaretti a Baricco, da Rigoni Stern alla Pariani. L’antologia odierna è stata curata dalla stessa Modugno e da Andrea Cora. «Ho trovato questa iniziativa molto interessan­te — sottolinea l’attrice —. Da parte di molti italiani si nota una mancanza di spirito di accoglienz­a. Ci si è dimenticat­i di come eravamo e di come siamo stati accolti a nostra volta. Anche noi siamo stati migranti in America e in Argentina, senza dimenticar­e i cartelli che negli anni ‘60 si affiggevan­o a Torino: qui non si affitta ai meridional­i. È giusto ricordare queste pagine nere della nostra storia, del nostro costume e sentire grandi autori che ce lo dicono». Attrice di rango e anche doppiatric­e (Cher, Glenn Close, Emma Thompson, Julie Christie, Julianne Moore…), direttrice del doppiaggio. Un lavoro all’ombra, ma di responsabi­lità. «Bisogna essere al servizio dell’attore cui si dà la voce, guardarlo negli occhi e respirare con lui. Non bisogna sovrappors­i mai, come facevano una volta». (n.d.)

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