«Informatizzare è ormai prassi non la mossa contro i furbetti»
«Non avviamo un sistema gestionale informatico perché li pensiamo furbetti. Anzi, riorganizzare i servizi, renderli più efficienti e rispondenti alle esigenze della città è e deve rimanere una priorità, anche per salvaguardare la loro professionalità».
Vicesindaco Anna Scavuzzo, lei ha la delega alla Sicurezza, perché proseguire nel volere il badge per i vigili?
«Perché siamo nel 2018, e a Milano non è pensabile fare le spunte a mano su carta. E perché così vuole una legge nazionale: non è un’invenzione meneghina, è prassi in quasi tutt’Italia».
I sindacati fanno notare che i «ghisa» non sono semplici dipendenti amministrativi.
«Che abbiano un profilo professionale e attività non solo amministrative è certo, e sicuramente svolgono attività che richiedono attenzioni: lavorano su turni e coprono il servizio 24 ore su 24, si occupano di viabilità, concorrono alla sicurezza urbana operando anche in situazioni che possono metterli in pericolo, sono agenti di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza».
Non si possono pensare correttivi?
«Il sistema gestionale non mette in discussione queste caratteristiche e verrà esteso a loro con specifiche che stiamo valutando in queste settimane di sperimentazione. Sono spesso impegnati in servizi che li portano in circostanze in cui il cartellino non può essere pensato come fossero amministrativi: dobbiamo trovare i necessari adattamenti. Però c’è una legislazione nazionale che tra l’altro non distingue nemmeno il profilo degli agenti dei piccoli Comuni da quelli delle grandi città. Se questa è una proposta su cui lavorare insieme e da portare a Roma, siamo aperti a parlarne».