Corriere della Sera (Brescia)

Simone Piazzola tra Tosti e Bellini

- Enrico Parola

In Scala c’è ancora spazio per divagazion­i dal grande tema del 7 dicembre. Stasera ad esempio (ore 20, € 14-40) Simone Piazzola tiene un recital straordina­rio che pur culminando con Verdi («Non t’accostare all’urna», «La seduzione» e «In solitaria stanza»), passa da due perle di Bellini («Dolente immagine di Fille mia» e «Vaga luna che inargenti») e soprattutt­o omaggia Tosti, tra romanze e struggenti melodie: tredici titoli, tra cui «’A vucchella»,«Chanson de l’adieu», «Ave Maria» e «L’ultima canzone». James Vaughan accompagna al pianoforte il 33enne baritono veronese, che sarà protagonis­ta anche del gala verdiano che la Scala proporrà a San Silvestro. Piazzola, che nel teatro milanese è già stato applaudito in «Ernani», «Bohème», «Pagliacci» e «La Forza del destino», ama indicare tre momenti decisivi per la sua carriera: quando aveva tre anni e alla tv passò «Un amore così grande» cantato da Mario Del Monaco; la madre gli ha raccontato che rimase incantato, e, vivacissim­o com’era, si calmava solo quando ascoltava la lirica, ma solo interpreta­ta da Del Monaco! Poi a otto anni, per fare il buffone con i compagni, si mise a imitare Pavarotti, ma invece di ridere gli amici lo applaudiro­no e lo incitarono a farlo seriamente. Infine alle superiori, dove andava male a scuola perché invece di studiare ascoltava le opere.

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Baritono Simone Piazzola, veronese

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