LA SALUTE
La giornata dell’Aids tra informazione ed istituzioni
Ieri si è celebrata la Giornata mondiale contro l’Aids, la sindrome da immunodeficienza acquisita che da quasi 40 anni colpisce un gran numero di individui in tutto il mondo. Nonostante gli enormi progressi compiuti nella ricerca il suo debellamento è ancora un obiettivo lontano.
Ciò che preoccupa gli esperti, oltre ai numeri delle casistiche, è la disinformazione diffusa. È un rischio lontano, un’ipotesi remota, una malattia che non potrà toccarci: così la maggior parte delle persone pensa all’Aids. Niente di più sbagliato e lontano dalla realtà. L’infezione da Hiv riguarda tutti, nessuno escluso. Bene ha fatto l’Associazione Anlaids a lanciare la campagna «#Tiriguarda» per contrastare l’atteggiamento diffuso di disinteresse con cui il tema dell’infezione viene trattato. In Italia circa il 40% delle diagnosi di HIV avviene tardivamente rispetto al suo sviluppo effettivo.
Questo comporta un’alta circolazione del virus nella popolazione generale. Il 30% degli individui affetti dalla malattia, inoltre, continua inconsapevolmente a favorire la trasmissione del virus, infatti il numero dei nuovi casi diagnosticati, circa 4.000 all’anno, non riesce a diminuire. Un dato in rialzo negli ultimi due anni soprattutto tra i giovani di età compresa tra i 25 e i 29 anni. La Lombardia è una delle regioni con un maggior numero di diagnosi (20.000), insieme a Lazio, Emilia Romagna e Liguria. L’emergenza è cambiata negli anni, trent’anni fa le opzioni terapeutiche erano poche e molto costose e quindi l’obiettivo principale era quello di salvare la vita dei malati.
Oggi ci sono cure efficaci ed accessibili, che riescono a cronicizzare la malattia, ma bisogna ancora bloccarne la diffusione. L’informazione e la prevenzione sono fondamentali per ostacolarla; se le persone che non sono consapevoli di avere contratto Hiv facessero il test e si curassero, in due anni si avrebbe la riduzione dell’80% delle nuove infezioni. Si deve agire a livello di coscienza sociale e qui sta il ruolo fondamentale dei comuni, insieme alle Agenzie di governo della salute, agli Ospedali e alle Università, vincendo questa battaglia con l’informazione e la prevenzione. Due sono gli strumenti indispensabili: proteggersi con il preservativo e fare il test. Il Comune di Brescia c’è.