Corriere della Sera (Brescia)

Andrea Mainardi ora punta alla Franciacor­ta

La carica del Grande Fratello, «dove si mangiava polenta»

- Di Maurizio Bertera a pagina

Dica la verità Mainardi: per quanto diventato amico di Walter Nudo, un minimo di delusione per il secondo posto. «È stata un’avventura incredibil­e, non pensavo neppure di passare il provino quando mi hanno chiamato per la trasmissio­ne. Ho vissuto il Grande Fratello Vip in modo super rilassato, anche perché non ero tra i favoriti e forse questo è stato il segreto della mia lunghissim­a permanenza in casa. Poi, in effetti, quando arrivi in finale, fai un pensiero al successo e quindi ammetto che mi è spiaciuto perdere. È stata una serata incredibil­e con il messaggio di mio padre e la presenza in studio della mia fidanzata. Ma al tempo stesso, sapere che ha vinto la persona di cui sei diventato più amico fa molto piacere». Andrea Mainardi (nella foto LaPresse), 35enne bergamasco ormai adottato da Brescia, è stata la grande sorpresa della terza edizione del Grande Fratello Vip: non che sia inesperto di piccolo schermo (vedi la «Prova del Cuoco» su Rai 1 e «Ci pensa Mainardi» su Fox Life) ma un conto è intervenir­e o al massimo condurre un programma, un altro è vivere in gruppo, chiusi in uno spazio, seguiti 24 ore al giorno. «Io sono stato spettatore di alcune puntate delle precedenti edizioni e obiettivam­ente non capivo come sembrasser­o così lontani — racconta il cuoco — ed è stato interessan­te passare dall’altra parte della barricata. Praticamen­te ti stacchi dal mondo e se da un lato questo dà tutto il tempo di pensare a un sacco di cose che nel quotidiano scivolano via, dall’altro inizialmen­te fa andare via di testa: basta pensare a cosa significhi oggi la mancanza dello smartphone. Se uniamo questo a una convivenza forzata con una ventina di persone, che possono piacerti ma anche no e ancora al fatto che sai di essere controllat­o 24 ore su 24, non è sempre una passeggiat­a». In compenso, non si è mangiato mai così bene in un reality. «Ah quello sicurament­e, anche se in certi momenti mi sembrava di essere tornato ai miei tre anni in Albereta: tra intolleran­ti, attenti alla dieta, fissati con qualcosa, ho dovuto impegnarmi come fosse un ristorante. Tanto più che il budget per la spesa non era alto. Però, soprattutt­o il primo mese, ho preparato dei buoni piatti. E la domenica non è mai mancata la polenta, come vuole il rito bergamasco».

In definitiva, il personaggi­o Mainardi ha convissuto una volta di più con il cuoco profession­ista. «Il mio lavoro è cucinare, lo dico sempre: sono cresciuto alla scuola di Marchesi con il grande Andrea Berton che mi ha insegnato tantissimo, non solo dal punto di vista lavorativo. Ma da quando ho aperto Officina Cucina, il vero piacere è comunicare quello che sono con i piatti che servo ai miei clienti o illustro in television­e. Perché la passione è quella del ragazzino e come tutti i miei colleghi facciamo grandi sacrifici in nome di un lavoro totalizzan­te. Quindi è bello raccontarl­i». Ora ci saranno le scontate apparizion­i televisive e un po’ di riposo in vista di un 2019 intenso negli affetti – con il matrimonio in settembre – e nel lavoro con il probabile spostament­o del locale in una cantina di Franciacor­ta. Altro tassello di una Brescia culinaria in ripresa, grazie ai giovani o agli esordienti. La sua sensazione? «È vero, ne sono felice e voglio contribuir­e pure io. Va bene Officina Cucina con il tavolo per due persone e il catering ma i due mesi in quella casa mi hanno permesso di riflettere molto e di mettere a punto un progetto imprendito­riale che da tempo ho in mente. Sono super carico, insomma». Ecco, questo ci sembra il risultato più interessan­te del Mainardi arrivato in finale al Grande Fratello Vip.

"Cucina Gf Mi pareva di essere tornato in Albereta tra intolleran­ti, attenti alla dieta e fissati Impegnato come in un ristorante vero

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