Corriere della Sera (Brescia)

SANITÀ E CATTIVI PRESAGI

- Di Marco Toresini mtoresini@rcs.it

Iprossimi quattro giorni saranno di grande fibrillazi­one per i vertici delle Agenzie di tutela della salute e delle Aziende socio sanitarie territoria­li. Mercoledì, infatti, la giunta lombarda dovrebbe nominare i nuovi direttori generali delle 37 realtà sanitari pubbliche in cui è divisa la regione. Andremo incontro a qualche trasferime­nto, riconferme e inevitabil­i bocciature secondo un metodo mai andato definitiva­mente in pensione, basato sul peso con le quali le forze di maggioranz­a sono uscite dalle ultime elezioni. La guerra sarà tutta lì, secondo un copione già visto: essere bravi aiuta ma non basta, bisogna essere anche un po’ fedeli alla causa. Insomma un po’ targati. Ma non è il presente a preoccupar­e in sanità, è il futuro. Cosa si troveranno davanti per il prossimo mandato i manager sanitari lombardi. Ragionando su questo si fa largo una suggestion­e, che forse tanto suggestion­e non è. Una delle domande fatte dai commissari che hanno esaminato i 100 manager entro i quali la giunta sceglierà i direttori generali era chiara ma inquietant­e: voi dirigete una Asst, le risorse che vi vengono assegnate hanno subito un taglio di queste proporzion­i, come intendete agire? In pratica non sono state chieste ai manager quali sono le loro idee per rendere migliore la sanità, il rapporto con i pazienti, per migliorare le eccellenze di cui devono essere gelosi custodi, ma come ammortizza­re i tagli e proseguire lungo una linea di lacrime e sangue. No, non è un bel segnale.

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