SANITÀ E CATTIVI PRESAGI
Iprossimi quattro giorni saranno di grande fibrillazione per i vertici delle Agenzie di tutela della salute e delle Aziende socio sanitarie territoriali. Mercoledì, infatti, la giunta lombarda dovrebbe nominare i nuovi direttori generali delle 37 realtà sanitari pubbliche in cui è divisa la regione. Andremo incontro a qualche trasferimento, riconferme e inevitabili bocciature secondo un metodo mai andato definitivamente in pensione, basato sul peso con le quali le forze di maggioranza sono uscite dalle ultime elezioni. La guerra sarà tutta lì, secondo un copione già visto: essere bravi aiuta ma non basta, bisogna essere anche un po’ fedeli alla causa. Insomma un po’ targati. Ma non è il presente a preoccupare in sanità, è il futuro. Cosa si troveranno davanti per il prossimo mandato i manager sanitari lombardi. Ragionando su questo si fa largo una suggestione, che forse tanto suggestione non è. Una delle domande fatte dai commissari che hanno esaminato i 100 manager entro i quali la giunta sceglierà i direttori generali era chiara ma inquietante: voi dirigete una Asst, le risorse che vi vengono assegnate hanno subito un taglio di queste proporzioni, come intendete agire? In pratica non sono state chieste ai manager quali sono le loro idee per rendere migliore la sanità, il rapporto con i pazienti, per migliorare le eccellenze di cui devono essere gelosi custodi, ma come ammortizzare i tagli e proseguire lungo una linea di lacrime e sangue. No, non è un bel segnale.