Ubi Banca Regge l’asse Brescia-Bergamo
Ieri l’elezione di Carrara in Sorveglianza, ma la sfida è nel 2019
Un nuovo consigliere per Ubi Banca, il 57enne commercialista bergamasco Alberto Carrara. È stato nominato con il voto favorevole del 99,7227% del capitale presente dopo le dimissioni di Lorenzo Renato Guerini. Ribadita la compattezza delle quattro componenti, Patto dei Mille, il Sindacato Azionisti Ubi a guida bresciana, Fondazione Crc e Banca del Monte di Lombardia.
Assente ieri («per una questione di stile» come ha tenuto a precisare), il consigliere di sorveglianza neo eletto, il 57enne commercialista bergamasco Alberto Carrara, ha appreso «con soddisfazione» l’esito - scontatissimo - di quella che resterà negli annali come l’assemblea più breve della storia di Ubi. Neanche il tempo di finire il «welcome coffee», mentre il presidente Andrea Moltrasio si destreggiava nella rigorosa lettura della relazione, che a Brescia era già tutto finito. Una pigiatina al «radiovoter» ed ecco che con il voto favorevole del 99,7227% del capitale presente (454 milioni di azioni pari ad oltre il 39% del capitale sociale) si procedeva alla «nominacome riportato dal comunicato della banca- per l’integrazione in seguito alle dimissioni di un componente nell’ottobre 2018».
Dietro l’eleganza della «non menzione», la fuoriuscita di Lorenzo Renato Guerini, già vicepresidente di Italcementi (sanzionato due volte dalla Consob per l’acquisto di azioni poco prima dell’opa di HeidelbergCement effettuato grazie ad informazioni privilegiate) che in Ubi sedeva anche nel Comitato di Controllo Interno e nel Comitato Rischi. Qui, Carrara «ne prenderà probabilmente il posto» come si premura di informare Ubi «anche se formalmente la decisione verrà assunta dal consiglio del prossimo 20 dicembre». Nell’indubbia seccatura di un consigliere costretto alle dimissioni per i noti motivi, tanto più che in scadenza di mandato e alla necessità di una nuova assemblea (la terza in un anno, con tutto quel che ne consegue anche per i costi da sostenere), l’«affaire Guerini» si è comunque rivelato un bel test in vista del rinnovo delle cariche, la prossima primavera.
Con un’assemblea elettiva che — secondo la legge dell’alternanza — si riproporrà a Bergamo, un «fattore campo» ormai ininfluente nella dimensione spa. Al netto dell’esiguità temporale dell’incarico di Carrara, ci si è resi conto di come e quanto non sarà semplice trovare, per le componenti territoriali, candidati con la spunta su tutte le caselle. Idoneità che tra professionalità e onorabilità, dovrà anche sintonizzarsi sulle linee guida dell’Eba, dell’Esma e della Bce (le massime autorità bancarie e finanziarie europee). Altro elemento positivo la compattezza delle quattro componenti, Patto dei Mille, il Sindacato Azionisti Ubi a guida bresciana, Fondazione Crc e Banca del Monte di Lombardia che, unite nella proposizione di Carrara, fanno la forza del 21,518% del capitale sociale. Una massa se non proprio critica, almeno coesa in un azionariato che, tra i pesi massimi, vede (oltre a Crc al 5,91% e Banca del Monte al 3,95%) Silchester 8,1%, Hsbc 4,18%, Capital Research and Management Company 4,89% ed Edoardo Mercatante che ha comunicato di detenere indirettamente tramite Parvus Asset Management Europe una posizione lunga complessiva pari al 5,091%. Se son rose fioriranno, in un 2109 dove, a fronte di una crescita dei prezzi sugli impieghi che si è già intravista, la vera sfida di Ubi sarà il rendimento, pur mantenendo una ferrea riduzione dei costi. Nessuna conferenza post assemblea, mentre tempo zero dal liberi tutti è arrivata notizia del perfezionamento della cessione ad investitori istituzionali internazionali di portafogli di npl 416,2 milioni di euro lordi, con un utile lordo di circa 9 milioni di euro. Piazza Affari comunque tristarella, sotto l’effetto delle vendite che ieri hanno colpito auto, minerari, tecnologici e banche con chiusura di Ubi a 2,580 euro (- 2,09%).