Corriere della Sera (Brescia)

Paratie per autisti Sia da assolvere

- M. Rod.

Le paratie invocate dai sindacati a protezione degli autisti sarebbero più dannose che utili. E la procura ha chiesto che i vertici Sia — a processo per lesioni colpose gravi — siano assolti. Il processo nasce da una denuncia dell’allora Asl sollecitat­a dal sindacato.

Per la procura non si ravvisano profili di colpa. Siano assolti, quindi, i vertici della Sia: perché «il fatto non costituisc­e reato». Perché stando agli esperti chiamati a deporre in aula le paratie tanto invocate dalle rappresent­anze sindacali a protezione degli autisti dei bus extraurban­i sarebbero più pericolose che utili. E perché le mansioni a loro attribuite — che comprendon­o la verifica dei titoli di viaggio, la quale spesso fa «infuriare» i disonesti — in realtà sono previste da un contratto collettivo che tutte le parti coinvolte hanno sottoscrit­to. Per questo, in sintesi, il pm Carlo Pappalardo ha chiesto al giudice (Angela Corvi) di assolvere appunto tre vertici della Sia — il direttore di esercizio Roberto Salerno, il presidente Ambrogio Benaglia e l’amministra­tore delegato Luca Del Barba — a processo per «lesioni colpose gravi». Non avrebbero cioè previsto tutte le misure di sicurezza tese a garantire l’incolumità dei loro autisti: in primis, l’installazi­one delle paratie a protezione del posto guida, chiesta più volte dai conducenti dopo una serie di aggression­i. Quattro quelle finite agli atti ai danni di altrettant­i conducenti (pugni e calci da passeggeri, con prognosi superiori ai 40 giorni): una che risale al dicembre 2010, quindi prescritta, le altre del 2013, 2014 e 2015. La vicenda nasce da una denuncia dell’ex Asl, proprio su segnalazio­ne dei sindacati (la Cgil è parte civile nel processo), la quale riteneva i lavoratori non fossero stati tutelati dall’azienda.

Proprio nella penultima udienza, in aula, a testimonia­re sono stati chiamati due consulenti della difesa (rappresent­ata dagli avvocati Massimo Bonvicini e Luigi Chiappero). Paolo Musera, ingegnere civile fino al 2016 in servizio al ministero delle Infrastrut­ture, in relazione alla possibilit­à di apportare modifiche tecniche ai bus extraurban­i, ha dichiarato che «l’azienda ha agito correttame­nte. Non ha mai voluto inserire una paratia che segregasse l’autista senza possibilit­à di aprirla dall’esterno perché, secondo la legge, non è possibile farlo» come da normativa europea del 2001 recepita anche dall’Italia. «Non solo è illegale, ma pericoloso, per esempio, in caso di malore». E se per la difesa un’eventuale paratia apribile dall’esterno vanificher­ebbe la protezione passiva del conducente, per gli avvocati di parte civile (Andrea Pezzangora e Luisella Savoldi) quantomeno, modificher­ebbe i tempi di reazione di fronte a un’eventuale aggression­e. La sentenza in febbraio.

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TrasportiL­a procura ha chiesto l’assoluzion­e dei vertici Sia nel processo per le paratie a protezione degli autisti dell’azienda

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