Corriere della Sera (Brescia)

Piacciono i gusti del mondo: dal Medio Oriente all’Asia

E i Noodles di Verderamen hanno il bollino di qualità giapponese

- Di Carlos Mac Adden

Febbraio 2018, Le Monde titolava «Brescia, modello multicultu­rale della penisola» un servizio sull’integrazio­ne. Difficile non considerar­e tra i suoi vari aspetti il cibo perché: «Rifiutare i cibi degli “altri”, significa rifiutare le altre culture» per dirla con Vittorio Castellani, scrittore, docente, che da anni si dedica allo studio delle tradizioni culinarie nel mondo. La cucina è da tempo immemore spazio della contaminaz­ione e dello scambio, ciò vale anche per quella che consideria­mo la più tradiziona­le delle ricette. Così, lentamente, appaiono in città locali dove appare possibile confrontar­si e provare direttamen­te fuori da luoghi comuni come l’imperante «l’etnico deve costare poco…». Dhabbu l’Asiatico, in via Marsala al civico 58, è un primo esempio, tre amici - Andrea Ronconi, Davide Ratto, Luca De Simone - decidono di esprimere esperienze ed emozioni accumulate durante viaggi nel Sud Est Asiatico: niente «brutte copie» o integralis­mi, uso di materie prime stagionali e del territorio, niente «mono-sapori», come illustra Davide. David Sushan, chef israeliano, traduce la filosofia del trio in piatti come la Zuppa Malese - crema di patata dolce, zucca e latte di cocco, con galanga e lemongrass - o il Ph Bo, classica zuppa vietnamita con carne di manzo. I Nazareni, via Gasparo da Salò al 22, è il frutto del desiderio di «farsi conoscere» attraverso il cibo, di un’integrazio­ne intelligen­te, dell’incontro con la cultura italiana che sorprende per varietà di prodotti e ricette. Qui Iyas Ishkar, palestines­e come altri soci che hanno dato vita al ristorante, ricerca ogni giorno, felicement­e sorpreso dalle tante identità locali che mancano, pur in presenza di una cultura importante, alla sua terra d’origine. In un menu che cambia e cresce Iyas cita tre capisaldi: Hummus, ceci e Tahina, Mogiaddara, riso o burgul e lenticchie nere e il Fattè di melanzane. Verderamen, Corso Cavour 56, ha circa dieci mesi di vita e prende spunto dagl’interessi di Giancarlo Sbolli, cuoco mantovano, che dallo Judo, dal Sumo, approda alla cucina giapponese e nello specifico al Ramen, non unica proposta, piatto quotidiano che dalla Cina approda in Giappone, Giancarlo ne apprende l’arte Solo i puri di cuore fanno una buona zuppa - a Osaka dal maestro Rikisay Miyajima e ora lo propone in alcune delle sue quasi infinite versioni: Chinton, Tonkotsu… Con Noodles freschi e diversi «Topping». Con lui Piero Pagliuca e Patrizia Savoldi, Sakè Sommelier: in questi giorni è in arrivo per loro la comunicazi­one dal Ministero dell’agricoltur­a caccia e pesca giapponese, di essere inseriti nella lista dei ristoranti autentici giapponesi al di fuori della nazione. Tre diverse interpreta­zioni lontane anni luci dall’omologazio­ne degli All You Can Eat e di un Sushi ormai approdato ai banchi della grande distribuzi­one.

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 ??  ?? I voltiQui sopra: i tre fondatori di «Verderamen» di Corso Cavour A sinistra: due dei tre soci di «Dhabbu»
I voltiQui sopra: i tre fondatori di «Verderamen» di Corso Cavour A sinistra: due dei tre soci di «Dhabbu»

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