Fontana sui giudici: io ho idee diverse Dalla casa al lavoro, la Lega tira dritto
Bandi e incentivi, paletti per gli immigrati
Il Comune di Lodi, a trazione leghista, medita il ricorso contro la sentenza che ha giudicato discriminatorio il regolamento sull’accesso alle mense scolastiche. E il presidente della Regione, Attilio Fontana, si schiera apertamente con il sindaco Sara Casanova: «I giudici hanno la loro visione, altri hanno visioni diverse — ha commentato ieri —. Io credo che proporre delle soluzioni che sono assolutamente identiche per tutti i cittadini italiani e stranieri sia giusto. Il giudice ritiene in un altro modo, è suo compito emettere sentenze». In effetti, dietro il provvedimento lodigiano (ed altri analoghi in Lombardia) c’è proprio una delibera regionale che indica nuovi requisiti e nuove certificazioni per l’accesso ai servizi da parte di cittadini stranieri. E non si tratta del primo atto di questo tipo varato dalla giunta a trazione leghista, che — attraverso le parole dell’assessore Stefano Bolognini — ribadisce: «Noi andremo avanti su questa strada».
All’inizio di dicembre la Corte d’appello, accogliendo le indicazioni della Corte costituzionale, ha dichiarato discriminatoria la delibera regionale sul Fondo affitti, impugnata da una cittadina salvadoregna (sostenuta da Asgi, Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione). Oltre a richiedere, per gli stranieri, la residenza di almeno dieci anni in Italia e cinque in Lombardia, il bando prevedeva il requisito di una di «regolare attività lavorativa», non previsto per gli italiani. Nelle aule giudiziarie milanesi, poi, stanno per essere discussi altri due testi contestati per le stesse ragioni: martedì i giudici d’Appello esamineranno la questione del reddito d’autonomia e del cosiddetto bonus bebè, a loro volta già bocciati dalla Consulta ma che hanno resistito al giudizio di primo grado in tribunale, ed è attesa a giorni anche la discussione sul regolamento di accesso alle graduatorie Aler.
L’assessore Bolognini, che ha la delega proprio per le politiche sociali e abitative, ribadisce l’orientamento politico del governo lombardo: «Anche il Decreto sicurezza va in questa direzione — spiega — si tratta semplicemente di mettere a punto un nuovo sistema di controlli incrociati che, in collaborazione con la Guardia di finanza e le ambasciate dei Paesi di provenienza degli immigrati per verificare eventuali proprietà».
Insomma, la giunta regionale tira dritto. La linea sembra chiara: creare paletti, ostacoli, filtri per l’accesso degli stranieri ai servizi pubblici. Una strategia che trova conferma nella mozione, approvata poche settimane fa dal consiglio regionale, che punta a multare i Comuni che si avvalgono dei richiedenti asilo per la manutenzione del verde con l’obiettivo ufficiale di «salvaguardare le aziende florovivaistiche lombarde». E poi anche nella contestata legge sui luoghi di culto, che — di fatto — per ostacolare la
Il precedente
La Corte d’appello ha dichiarato illegittimo il provvedimento sul fondo per gli affitti
costruzione di moschee rende pressoché impossibile anche la realizzazione di chiese. «Ormai è un copione evidente — commenta il capogruppo del Pd al Pirellone, Fabio Pizzul — sono tutti provedimenti mascherati con motivazioni apparentemente condivisibili ma che nella sostanza si traducono in autentici dispetti concepiti per complicare la vita ai cittadini stranieri». E l’avvocato Alberto Guariso dell’Asgi aggiunge: «Si tratta di norme destinate inevitabilmente alla bocciatura costituzionale, con costi processuali a carico dei contribuenti».