Sorial, l’uomo delle crisi: «Vedo spiragli di rilancio»
Come vice capo di gabinetto del Mise e dopo la riorganizzazione del Ministero Giorgio Girgis Sorial, 35 anni,( foto) ex parlamentare Cinquestelle, siede sulla poltrona non sempre comoda di colui che deve coordinare le crisi aziendali di un’Italia in recessione tecnica. «Ci sono situazioni sfavorevoli, ma vedo anche spiragli di rilancio».
Giorgio Girgis Sorial, 35 anni, bresciano, una laurea in Ingegneria a Brescia e un master in Business Administration a Dublino, attività lavorativa passata da consulente per Accenture e altre società, deputato dal 2013 al 2018 per il Cinque Stelle, dallo scorso giugno è vice capo di Gabinetto del Ministro dello Sviluppo Economico (Mise) con un contratto di collaborazione. Sul suo tavolo passano le crisi aziendali del Paese. «A volte sono campanelli d’allarme di settore, che ci permettono di anticipare alcune tendenze».
Si occupa delle sfortune lavorative del Paese?
«Non solo: abbiamo anche tavoli su innovazione, joint venture, attrazione degli investimenti. Sotto un unico cappello, del Mise e del ministero del Lavoro, riusciamo ad avere una visione completa per tutelare occupazione e sviluppo».
Notizia di questi giorni: toccherà a lei sostituire Gianpiero Castano, per 10 anni alla guida della task force sulle crisi aziendali, al quale è stato rinnovata la collaborazione.
«Precisiamo. Castano era un consulente esterno di Invitalia (un’Agenzia del ministero dell’Economia, ndr), nemmeno del Ministero. È stata riorganizzata la struttura, ora integrata al ministero. E io, essendo vice capo di Gabinetto, la coordino. Non parlerei di promozione».
La Invatec Medtronic è una delle crisi simbolo della provincia di Brescia.
«Sì, un’eccellenza presa da una multinazionale Usa che oggi riorganizza e vuole chiudere questi siti produttivi. Abbiamo aperto interlocuzioni che prima non c’erano, riuscendo a congelare l’operazione e affidando ad un advisor esterno il compito di trovare
"Invatec Siamo riusciti a congelare l’intera operazione affidando ad un advisor esterno il compito di trovare soggetti interessati a continuare l’attività produttiva
soggetti interessati a continuare l’attività produttiva e mantenere competenze e professionalità sul territorio. Altre crisi, come quella di Italiaonline, hanno interessato lavoratori bresciani. In questo caso ricollocati in altre aziende del gruppo in Lombardia».
Qui preoccupa anche la situazione dell’Iveco.
«Sì, in questo caso la situazione di Cnh Industrial è diversa. Abbiamo un problema di mercato e un prodotto in contrazione. Avverto però un clima collaborativo tra azienda e organizzazioni sindacali. In tempi brevi convocheremo anche un tavolo».
Il tessuto produttivo è fatto di tanta piccola impresa. Spesso di queste crisi non si parla. E poi c’è la gig economy che avanza, l’economia dei lavoretti.
«Quello della gig economy è tema fondamentale. Da un lato è trend che ha portato ad avere servizi che prima non c’erano, dall’altro ha trasformato il lavoro in on demand, molto flessibile. Non per caso uno dei primi tavoli che abbiamo costituito è stato proprio sui rider. L’idea, di comune accordo con organizzazioni datoriali e dei lavoratori, è di avere garanzie (di reddito e di assicurazione sanitaria), ma mantenendo la flessibilità che gli stessi lavoratori chiedono».
Con i segnali che arrivano dall’economia, i tavoli di crisi rischiano di moltiplicarsi.
«Ci sono situazioni sfavorevoli, stiamo vivendo una guerra commerciale tra Usa e Cina che ovviamente ha effetti anche sulla nostra economia, ci sono variabili congiunturali che incidono. Ma, al netto di tutto questo, sono fiducioso che ci possa essere un rilancio. Nella nostra manovra ci sono provvedimenti che daranno fiato alla domanda interna e per le Pmi ci sono investimenti e incentivi. Tutto questo aiuterà il rilancio della nostra economia».
La politica da Roma, dai tavoli in cui si decide, come è?
«Non c’è differenza tra Roma o Brescia. Oggi mi piacerebbe far capire di più che c’è un ministero collaborativo e disposto a fare insieme alle imprese per sviluppare idee e nuove produzioni. Ecco, mi piacerebbe contribuire a ridurre la distanza culturale che a volte si avverte tra gli imprenditori bresciani, a volte tutti rivolti al fare da soli, e ministero. Che c’è, ed è a disposizione».
Lo stato di salute dei Cinque stelle non sembra dei migliori. In crisi di identità da quando è al Governo?
«Non credo che il movimento Cinque Stelle sia in difficoltà: stiamo affrontando la sfida di governo con serietà, abbiamo tanti ministeri importanti, nei quali stiamo producendo risultati importanti. Magari non immediati, soprattutto sul piano mediatico, ma nel medio termine sicuramente sì».
Sta dicendo che Salvini guadagna consensi nel breve e voi nel lungo?
«No, questo lo dice lei. Di sicuro anche misure importanti come quota 100 e reddito di cittadinanza sono collegati ai ministeri nei quali operiamo. E su altre cose i risultati si vedranno».
Rischio crisi di governo dopo le Europee?
«Il rischio maggiore sarà di galvanizzazione. Quando, a dispetto dello storytelling diffuso, si vedrà che questo Governo gode di ampi consensi tra i cittadini».
"Iveco Abbiamo un problema di mercato e un prodotto in contrazione Avverto però un clima collaborativo tra azienda e organizzazioni sindacali