Le esecuzioni agli avvocati
L’Ordine, intanto, è ancora in stallo e una ventina di giovani sono bloccati: non possono «giurare»
Ieri in tribunale è stato conferito per la prima volta l’incarico ad un avvocato per la gestione di una esecuzione immobiliare, fino ad ora erano gestite da notai e commercialisti. Nel frattempo a causa del blocco delle attività dell’Ordine degli avvocati in attesa di un commissario i giovani neo abilitati non possono giurare e lavorare.
"Ferrari Per noi è come aver abbattuto una sorta di muro di Berlino: in altre province ciò avveniva da tempo Il prossimo passo sarà diventare curatori fallimentari
Gli avvocati bresciani lo considerano un traguardo epocale che li mette al passo con altre province, che già da tempo hanno metabolizzato la conquista andando anche oltre. Ieri in tribunale è stato conferito per la prima volta l’incarico ad un avvocato per la gestione di una esecuzione immobiliare (l’operazione di vendita di un bene immobile sottoposto a pignoramento da parte del giudice).
Detta così, per chi non ha dimestichezza con codici e procedure, pare poca cosa. «Per noi professionisti invece — osserva l’avvocato Paolo Luciano Ferrari, il legale che su delega dell’Ordine di Brescia si è occupato della partita — è una sfida lanciata da anni e finalmente vinta. Il primo passo verso il riconoscimento completo all’interno delle procedure di questo tipo della figura dell’avvocato che deve avere pari dignità con quella di altri professionisti come notai e commercialisti».
Nel 2005 la delega alle operazioni di vendita di beni immobili pignorati venne ampliata comprendendo oltre ai notai (che già la gestivano dal 1998) anche ai commercialisti e agli avvocati. In realtà fino ad ora questa possibilità è rimasta solo sulla carta, visto che i notai hanno continuato a gestire le esecuzioni immobiliari quasi in regime di monopolio. «Ieri, però, abbiamo abbattuto quello che a tutti gli effetti era una sorta di muro di Berlino» continua l’avvocato Ferrari. Recentemente, infatti, il tribunale ha aperto agli avvocati e l’Ordine ha proceduto a formare quei professionisti che volevano diventare «esecutori» immobiliari. Ne è uscita una lista aperta anche ai commercialisti con 116 professionisti. Il primo dell’elenco, l’avvocato Emanuela Accardo Calabria ha ricevuto ieri dal tribunale l’incarico di gestire una vendita immobiliare. «Altre ne seguiranno — spiega l’avvocato Ferrari — e anche Brescia verrà finalmente equiparata ad altre province dove questo avviene da tempo. Il prossimo muro da abbattere è quello di poter partecipare come curatori nella gestione di un fallimento. In altre province fra i curatori fallimentari non è raro trovare avvocati, magari associati ai commercialisti. A Brescia anche l’ultima procedura di peso registrata, quella della «Metalli Capra» è stata assegnata a tre commercialisti».
Sarà questa una delle prossime battaglie dell’Ordine di via San Martino della Battaglia, non appena avrà riconquistato la sua piena operatività. Assente, per la prima volta nella sua storia, dagli interventi dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, l’Ordine, sciolto il consiglio per le dimissioni di alcuni suoi membri perché minato da complesse questioni sull’eleggibilità di alcuni legali, è ancora in attesa di un commissario. Intanto l’attività è praticamente bloccata. Tutto è fermo a tal punto che una ventina di giovani professionisti, freschi del superamento del selettivo esame di abilitazione, non possono diventare pienamente operativi perché non hanno un consiglio davanti al quale pronunciare la formula dell’impegno solenne ad osservare i doveri e i principi della professione. La legge prevede che questa sorta di «giuramento» sia indispensabile per iniziare a lavorare. E il «caso Brescia» ha colto di sorpresa anche il legislatore.