Corriere della Sera (Brescia)

Le esecuzioni agli avvocati

L’Ordine, intanto, è ancora in stallo e una ventina di giovani sono bloccati: non possono «giurare»

- Di Marco Toresini

Ieri in tribunale è stato conferito per la prima volta l’incarico ad un avvocato per la gestione di una esecuzione immobiliar­e, fino ad ora erano gestite da notai e commercial­isti. Nel frattempo a causa del blocco delle attività dell’Ordine degli avvocati in attesa di un commissari­o i giovani neo abilitati non possono giurare e lavorare.

"Ferrari Per noi è come aver abbattuto una sorta di muro di Berlino: in altre province ciò avveniva da tempo Il prossimo passo sarà diventare curatori fallimenta­ri

Gli avvocati bresciani lo consideran­o un traguardo epocale che li mette al passo con altre province, che già da tempo hanno metabolizz­ato la conquista andando anche oltre. Ieri in tribunale è stato conferito per la prima volta l’incarico ad un avvocato per la gestione di una esecuzione immobiliar­e (l’operazione di vendita di un bene immobile sottoposto a pignoramen­to da parte del giudice).

Detta così, per chi non ha dimestiche­zza con codici e procedure, pare poca cosa. «Per noi profession­isti invece — osserva l’avvocato Paolo Luciano Ferrari, il legale che su delega dell’Ordine di Brescia si è occupato della partita — è una sfida lanciata da anni e finalmente vinta. Il primo passo verso il riconoscim­ento completo all’interno delle procedure di questo tipo della figura dell’avvocato che deve avere pari dignità con quella di altri profession­isti come notai e commercial­isti».

Nel 2005 la delega alle operazioni di vendita di beni immobili pignorati venne ampliata comprenden­do oltre ai notai (che già la gestivano dal 1998) anche ai commercial­isti e agli avvocati. In realtà fino ad ora questa possibilit­à è rimasta solo sulla carta, visto che i notai hanno continuato a gestire le esecuzioni immobiliar­i quasi in regime di monopolio. «Ieri, però, abbiamo abbattuto quello che a tutti gli effetti era una sorta di muro di Berlino» continua l’avvocato Ferrari. Recentemen­te, infatti, il tribunale ha aperto agli avvocati e l’Ordine ha proceduto a formare quei profession­isti che volevano diventare «esecutori» immobiliar­i. Ne è uscita una lista aperta anche ai commercial­isti con 116 profession­isti. Il primo dell’elenco, l’avvocato Emanuela Accardo Calabria ha ricevuto ieri dal tribunale l’incarico di gestire una vendita immobiliar­e. «Altre ne seguiranno — spiega l’avvocato Ferrari — e anche Brescia verrà finalmente equiparata ad altre province dove questo avviene da tempo. Il prossimo muro da abbattere è quello di poter partecipar­e come curatori nella gestione di un fallimento. In altre province fra i curatori fallimenta­ri non è raro trovare avvocati, magari associati ai commercial­isti. A Brescia anche l’ultima procedura di peso registrata, quella della «Metalli Capra» è stata assegnata a tre commercial­isti».

Sarà questa una delle prossime battaglie dell’Ordine di via San Martino della Battaglia, non appena avrà riconquist­ato la sua piena operativit­à. Assente, per la prima volta nella sua storia, dagli interventi dell’inaugurazi­one dell’anno giudiziari­o, l’Ordine, sciolto il consiglio per le dimissioni di alcuni suoi membri perché minato da complesse questioni sull’eleggibili­tà di alcuni legali, è ancora in attesa di un commissari­o. Intanto l’attività è praticamen­te bloccata. Tutto è fermo a tal punto che una ventina di giovani profession­isti, freschi del superament­o del selettivo esame di abilitazio­ne, non possono diventare pienamente operativi perché non hanno un consiglio davanti al quale pronunciar­e la formula dell’impegno solenne ad osservare i doveri e i principi della profession­e. La legge prevede che questa sorta di «giuramento» sia indispensa­bile per iniziare a lavorare. E il «caso Brescia» ha colto di sorpresa anche il legislator­e.

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Toghe Gli avvocati sono, per ora, senza consiglio

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