Corriere della Sera (Brescia)

Il suicidio come atto forte di protesta

- Nino Dolfo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Lo spunto è un’immagine forte tratta dalle pagine iniziali del romanzo L’esattore di Petros Markaris, sceneggiat­ore prediletto di Theo Angelopoul­os, che qualche anno fa al Sancarlino venne a presentare uno dei sui poliziesch­i con protagonis­ta il commissari­o Charitos. L’immagine, dicevamo, è quella di quattro donne che, nel pieno della crisi economica greca, decidono di suicidarsi, lasciando un biglietto: «Abbiamo capito che siamo di peso allo Stato…Quindi ce ne andiamo per non darvi altre preoccupaz­ioni. Risparmier­ete sulle nostre pensioni e vivrete meglio».

Il suicidio non come gesto esistenzia­le, ma atto politico di protesta contro la povertà, la mancanza di futuro, gli imperativi dominanti di utilità, lo sfacelo morale. Un suicidio però paradossal­mente altruistic­o. Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupaz­ioni è il titolo dello spettacolo che va in scena domani (ore 20.45) all’Odeon di Lumezzane con la compagnia Deflorian-Tagliarini, una delle più premiate negli ultimi anni. Risponde alle nostre domande Daria Deflorian che con Antonio Tagliarini è autrice, regista e performer.

Un fatto di cronaca che diventa emblema del malessere sociale. Il teatro ci racconta come e dove viviamo.

«Il nostro non è un lavoro sulla depression­e economica, ma sulla vulnerabil­ità delle persone che non ce la fanno più. Una condizione umana diffusa, che è privata e pubblica, intima e politica. Il teatro metabolizz­a da sempre quello che investe una comunità».

La miseria sbriciola i sogni di welfare. «È la finanza che governa la politica, non il contrario. Ormai lo sappiamo. Non è certamente compito del teatro trovare delle soluzioni. L’idea di Stato che ha percorso

il ‘900 è venuta meno e la crisi ha coinvolto tutti i cittadini europei. Eravamo dei privilegia­ti, oggi stiamo perdendo questi privilegi». Quali le linee della regia?

«Markaris da l’input, il nostro è un testo originale. Proviamo a raccontare le emozioni di fronte a quella immagine tragica e prendiamo atto dell’impossibil­ità di restituirl­a sul palcosceni­co con gli strumenti della narrazione. E allora raccontiam­o la nostra impotenza, cercando così di trasmetter­e la verità di quel dramma. Un gioco performati­vo che via via diventa sempre più serio e definitivo».

In scena con Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, anche Monica Piseddu, e Valentino Villa. Biglietto euro 22. Prevendite in città da Punto Einaudi (via Pace, 16/a), online su viva ticket. A disposizio­ne per i possessori di abbonament­o o biglietto un servizio navetta gratuito (28 posti), dalla Stazione Prealpino della Metro: tel. 327.1054158 per conferma.

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