Galli: pronti anche a gestire i «pitoti»
«I siti Unesco hanno bisogno di coordinamento»
Nei piani dell’assessore regionale alla Cultura Stefano Bruno Galli c’è anche la gestione diretta del Parco delle Incisioni rupestri che, proprio quest’anno, compie il quarantesimo anniversario del riconoscimento a sito Unesco.
Vestaglie di seta e pantofole falliche, l’animale di lusso fumava sigarette Abdulla n.11, seduceva marchese con palpebre di velluto e progettava un’alcova decadente con il suo dioscuro, l’architetto Gian Carlo Maroni. D’Annunzio non riuscì a sedersi nella platea del suo Anfiteatro: i lavori terminarono dopo la morte del poeta, nel 1952. In realtà, non sono ancora finiti: il presidente del Vittoriale Giordano Bruno Guerri vorrebbe rivestire la gradinata di marmo rosso di Verona, previsto nel progetto originario. Il preventivo: 500 mila euro. Una parte della cifra sarà saldata con il contributo della Regione: «È tra i miei obiettivi del 2019» fa sapere l’assessore all’Autonomia e alla cultura Stefano Bruno Galli. «Penso a uno stanziamento impegnativo del mio assessorato, ma anche a un impegno personale nella ricerca delle risorse private. Considero il Vittoriale un esempio virtuoso: spesso, lo indico a modello ai direttori dei musei». Premessa: «È vero che la cultura è un bene pubblico, ma i musei dovrebbero riuscire a coprire le spese con i biglietti, il bookshop, i gadget e il fundraising». L’assessore darà le istruzioni per l’uso sulla gestione del patrimonio pubblico stamattina, al Castello di Padernello: è tra gli ospiti del Cultural day organizzato dalla Provincia e dalla sua fondazione Provincia di Brescia eventi insieme alla fondazione Fitzcarraldo (dalle 9.30 alle 17). In scaletta, un incontro pubblico con ospiti di culto e un workshop.
Assessore, oltre all’Anfiteatro dannunziano, tra i suoi obiettivi del 2019 c’è anche il museo di Capo di Ponte, che quest’anno celebra il quarantesimo anniversario del riconoscimento a sito Unesco.
«Come assessore, gestisco 11 siti Unesco sui 54 in Italia: un motivo di orgoglio. Il mio obiettivo è usarli tutti come leva per lo sviluppo territoriale: ho chiesto al ministro alla Cultura Alberto Bonisoli di regionalizzarne la gestione organizzativa, finora a capo della Soprintendenza. Tra i bellissimi libri di Emmanuel Anati, gli ingressi, la partecipazione ai bandi europei e un progetto più ampio sull’ospitalità, un sito come quello di Capo di Ponte potrebbe ottenere ottimi risultati. Ma prima di tutto, bisogna assicurarsi di riuscire a tenerlo aperto: in questo momento, e ormai da anni, i dipendenti sono otto. Anni fa erano 24. Se subentrassi nella gestione, potrei impiegare il personale della Regione per assicurare al pubblico orari decorosi».
Nella sua agenda ci sono anche i longobardi.
«Vorrei valorizzarne le tracce, da Montichiari a Pavia, senza trascurare i ritrovamenti lungo la Brebemi: penso a una rete che faccia riaffiorare le testimonianze in tutta la Lombardia. E il Centro studi longobardi potrebbe occuparsene».
Spostiamoci in città: la Regione è nel cda del Teatro Grande, eppure non versa contributi stabili. «Per una delle mie prime uscite pubbliche da assessore ho scelto proprio il Grande. Ci stiamo lavorando».
Restando nella musica, che progetti ha?
«Sto lavorando a un’iniziativa per andare incontro ai giovani talenti. Ne parleremo più avanti. E vorrei valorizzare i piccoli teatri comunali: sono gioielli che rappresentano la forza civica di questa Regione».
Ha un posto anche nel cda del Ctb.
«Uno dei pochi teatri di produzione che abbiamo in Regione, e per cui ho da subito mostrato sensibilità. Si potrebbe certamente pensare a collaborazioni anche con i piccoli teatri della provincia. Mi faccia dire un’altra cosa». Prego.
«Ho in mente una visita in Val Trompia: la sua vocazione economica e produttiva è un fortissimo elemento di identità culturale. Voglio studiare il modo di valorizzarla perché finora sembra dimenticata da Dio, ma merita di più».