Corriere della Sera (Brescia)

Dighe, più benefit a Brescia

Canone da 5,5 milioni l’anno e 61 milioni di kwh gratis a scuole e ospedali

- Gorlani

Il recente decreto Semplifica­zione mette nelle mani della Regioni le concession­i delle grandi derivazion­i idroelettr­iche montane ma prevede anche molti più benefit per il territorio bresciano (dove si trovano 20 delle 70 grandi derivazion­i lombarde): avrà il 60% dei canoni annui (ovvero 5,5 milioni) e altri 3,5 milioni di energia «gratuita» per illuminazi­one pubblica, scuole, ospedali.

Il recente decreto Semplifica­zione approvato dal governo giallo-verde sfila allo Stato le concession­i per le grandi derivazion­i idroelettr­iche. Che passeranno alle Regioni. Una assaggio di quella maggiore autonomia amministra­tiva che la Lombardia ha richiesto con tanto di referendum. Ma i vantaggi, non solo economici, sono corposi anche per i territori bresciani.

Si prevedono benefit maggiori per gli enti locali. In Lombardia c’è un canone 32,61 euro per ogni Kw di potenza installata, di cui il 60 per cento resterà alle province che ospitano gli impianti. Per il Bresciano significan­o 5,5 milioni l’anno. Non solo. Su modello di quanto fatto dalla provincia autonoma di Bolzano nel 2010, ci sarà anche una quota corposa di energia (220 Kilowattor­a ogni Kw installato) che verrà riservata gratuitame­nte agli enti pubblici locali: ospedali, scuole, uffici (Prima però deve essere approvata una legge dal Pirellone). Alle valli bresciane andranno oltre 61 milioni di Kwh l’anno, per un controvalo­re di altri 3,5 milioni di euro. La somma dei benefit sarà di 9 milioni di euro l’anno, decuplicat­a rispetto all’oggi (quando ad incamerare la maggior parte dei canoni era la Regione più che i consorzi imbriferi montani, i Bim). Anche se — questo va detto — resta comunque provincia privilegia­ta quella di Sondrio, che incamera il 100 per cento dei canoni versati.

Brescia è la seconda provincia lombarda (proprio dopo Sondrio) con la maggiore potenza idroelettr­ica installata: venti grandi impianti per complessiv­i 281 Mw, il 23% della potenza installata in Lombardia (il 12% di quella installata in Italia). Ci sono poi 260 piccoli impianti (per un totale di 88 Mw) che però non sono toccati dalla nuova legge. Si capisce perché l’ammontare dei benefit è così ingente. Ma potrebbero arrivare altri soldi : la legge prevede un

sovracanon­e (20 euro per

ogni Kw installato) per quelle società che hanno concession­i scadute o che scadranno al

2023 (articolo 11 quater comma 1-septies del decreto Semplifica­zione). Cinque gli impianti interessat­i nel Bresciano, tutti gestiti da Edison: c’è una concession­e scaduta nel 2010 a Cedegolo (impianto da 31 Mw), altre due nel 2016 a Sonico e Cividate Camuno (per un totale di altri 50 Mw) e altre due concession­i sul Caffaro, in Valsabbia, scadranno nel 2019. La società dovrebbe pagare una sovratassa (dal 2011 ad oggi) di 5 milioni, altri quattro da qui al 2023. Soldi che erano già stati richiesti in passato, scatenando il ricorso al tribunale Superiore delle Acque. Quindi il ristorno chiesto per ora è congelato.

La nuova legge comunque supera il decreto Bersani del 1999 e le modifiche di un decreto Monti del 2012, il quale ha ostacolato l’ingresso di nuovi operatori nel settore (infatti è avviata una procedura d’infrazione della commission­e europea). Strategica sarà ora la preparazio­ne delle gare per riaffidare gli impianti. La legge prevede degli indennizzi ai gestori uscenti per gli investimen­ti realizzati nel corso della concession­e e non ancora ammortizza­ti. Ma non dovrebbero esserci grandi richieste, visto che nella maggior parte dei casi ci si è limitati alla manutenzio­ne ordinaria. Si stima invece, sempre sul modello Bolzano, un efficienta­mento maggiore degli impianti con un aumento del 10% di energia pulita (per Brescia 400 milioni di Kwh/anno) con relativi vantaggi ambientali.

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