Esecuzioni, «scintille» fra le professioni
I commercialisti: «Pronti a fare la nostra parte, senza polemiche e riconoscendo il lavoro dei notai»
Le esecuzioni immobiliari (la messa in vendita all’asta dei beni immobiliari pignorati da un tribunale) accendono il dibattito tra gli ordini professionali bresciani coinvolti dall’autorità giudiziaria nelle procedure: i notai, gli avvocati e i commercialisti.
Non sono stati particolarmente apprezzati i toni con i quali gli avvocati, nella figura del legale delegato dall’Ordine a seguire il caso, hanno salutato sul Corriere giovedì scorso il primo incarico ad una collega (avvenuto il giorno prima): quasi fosse una conquista storica, il venir meno di una sorta di un privilegio che, fino ad ora aveva portato i notai, riuniti in una associazione (l’Anpe), ad occuparsi della partita.
La replica dei notai non si è fatta attendere (qui sotto ospitiamo l’intervento di Fabio Barca, legale rappresentante dell’associazione dei notai bresciani Anpe) e anche i commercialisti, pur essendo entrati insieme agli avvocati in questa procedura, ci tengono a prendere le distanze dai toni trionfalistici dei colleghi.
«Questo modo di confrontarsi non fa bene alle nostre professioni — osserva il dottor Michele De Tavonatti, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili —. Noi, non rivendichiamo l’abbattimento di alcun muro di Berlino, perché non c’è nulla da rivendicare. Ci è stato chiesto da parte del Tribunale insieme a notai e avvocati di farci carico delle esecuzioni immobiliari e abbiamo messo a disposizione le nostre competenze raccogliendo oltre 250 colleghi attorno a questo progetto. Ci stiamo attrezzando per rispondere al meglio al servizio che ci è stato chiesto e siamo il gruppo più numeroso (gli avvocati sono 116, i notai una settantina, ndr). Non per questo abbiamo rivendicazioni da fare, anzi, siamo i primi a riconoscere la professionalità dimostrata dai notai in questi anni in cui gestivano le esecuzioni».
Complice la crisi feroce degli anni passati, le esecuzioni immobiliari sono arrivate a volumi tali da far gola a molti professionisti. Inoltre, ciò che un tempo poteva apparire residuale nell’economia di uno studio professionale, oggi per certe categorie più in difficoltà di altre anche le esecuzioni immobiliari possono rappresentare un interessante spiraglio di sviluppo.
Non è un caso, ad esempio, che gli avvocati stiano lavorando per poter accedere nel Bresciano ad un altro settore fino ad ora ad appannaggio di altri ordini professionali: quello delle curatele fallimentari. Un lavoro che, forse per la sua natura prettamente contabile, fino ad ora è stato affidato dai giudici del tribunale fallimentare di Brescia ai commercialisti.