Corriere della Sera (Brescia)

Droga, raddoppia il popolo dei Serd Gli adolescent­i salgono al 5 per cento

Dal 1998 gli utenti passati da 3.400 a 7.600: 24 anni l’età media di chi va in cura per la prima volta

- Di Simona Ravizza

In cura contro la droga: oggi a Milano ci sono 7.629 pazienti contro i 3.442 del 1998. Il dato si riferisce agli utenti dei SerD, dove negli ultimi vent’anni sono raddoppiat­i gli assistiti: i Servizi pubblici per le dipendenze aiutano chi abusa di sostanze stupefacen­ti con un sostegno psicologic­o, con terapie farmacolog­iche sostitutiv­e che riducono i sintomi tipici delle crisi d’astinenza (come il metadone) e con accertamen­ti clinici costanti. I teenager oggi sono il 5% contro l’1% del 1998. Gli eroinomani sono diminuiti dall’86,5% al 31%: ora sono cocaina e cannabinoi­di le droghe che hanno preso il sopravvent­o crescendo rispettiva­mente dall’ 8,7% al 26% e dal 3% all’11%. S’aggiunge l’uso di farmaci (3%), anfetamine ed ecstasy (all’1%), prima pressoché inesistent­i. Altri 1.500 sono in cura negli Smi, i Servizi multidisci­plinari integrati gestiti da privati ma accreditat­i da Regione Lombardia.

Nell’inchiesta del Corriere partita dal bosco di Rogoredo escono le voci di 15 enni con le braccia già piene di buchi perché con le vene sottili si bucano tutte le braccia prima di trovarne una, adolescent­i con buoni voti a scuola e genitori che non s’immaginano l’altra vita nello zoo dello sballo, giovanissi­me prostitute per una notte per acquistare con 20 euro mezzo grammo o poco più di una sostanza. Guardare il fenomeno dall’osserva- torio dei SerD permette di capire statistica­mente l’evoluzione di un’emergenza che non smette di essere tale, ma ha contorni profondame­nte diversi e, forse, più subdoli. La Spoon River dei ragazzi morti o che rischiano di morire per droga è ancora qui: Milano, anno 2019. Dal 2015 i nuovi pazienti dei SerD aumentano di 300 l’anno. «Nella nuova utenza che affluisce ai servizi si osserva una graduale diminuzion­e dell’età — dice Roberto Mancin, alla guida dell’Osservator­io per le dipendenze dell’Ats —. L’età media del paziente che per la prima volta arrivava ai servizi era di 26 anni, mentre adesso è di 24». Sono quasi 400 gli under 19 assistiti, un segnale inequivoca­bile della precoce diffusione del problema: le sostanze di cui abusano i giovanissi­mi sono i cannabinoi­di (91%), anche se nel 4% dei casi c’è già la cocaina e nel 2% l’eroina. Tra i 20-24 il numero sale a 481 (contro i 214 del 1998) e tra i 25-29enni siamo a 1.846 (contro i 678 di 20 anni fa): progressiv­amente diminuisce l’uso della marijuana (dal 91%, al 58% fino all’11%) e cresce la cocaina (dal 4% al 17% fino al 45%).

La percentual­e più alta degli assistiti (27%), invece, è tra gli over 40, con 2.086 utenti dei SerD, ex affezionat­i prevalente­mente all’eroina e alla cocaina. Il motivo del numero elevato dei 40 enni e oltre in terapia è che un paziente una volta entrato nel percorso di assistenza ci resta per almeno cinque anni. Specifica Mancin: «L’aumento degli utenti in carico ai SerD non significa necessaria­mente una crescita della diffusione del consumo di sostanze stupefacen­ti nella popolazion­e. Sale, invece, l’utenza perché è più consapevol­e di trovare aiuto nei servizi e contempora­neamente cambia il suo profilo perché arriva con problemi più complessi per l’uso di sostanze diversific­ate (non più solo eroina come negli anni Novanta) e spesso con questioni giudiziari­e legate all’abuso che li costringon­o a un percorso di

Il consumo Eroinomani scesi dall’86 al 31% Crescono cannabinoi­di, farmaci e anfetamine

La fascia critica

Gli over 40 i più assistiti Chi entra nel percorso di assistenza è seguito per almeno 60 mesi

disintossi­cazione». Riccardo Gatti, direttore del Dipartimen­to interazien­dale delle prestazion­i erogate nell’area Dipendenze, spiega: «Il 1998 è l’anno in cui l’organizzaz­ione degli allora SerT cittadini (Servizi per le Tossicodip­endenze) si consolida. Dal 2017, in concomitan­za alla riforma della Sanità, gli attuali SerD vengono ridisegnat­i. Oggi fanno riferiment­o ai dipartimen­ti Salute mentale e Dipendenze degli ospedali Santi Paolo e Carlo e Fatebenefr­atelli–Sacco, la prima con una funzione di coordiname­nto delle attività. Insomma, i servizi di cura sono cambiati. La novità maggiore? Quella di dovere affrontare situazioni più complesse e variegate, assieme alla concezione che le dipendenze patologich­e attraversa­no la società intera e le diverse fasce di età, non solo particolar­i categorie, e quindi richiedono interventi sempre più “tagliati su misura” per bisogni differenzi­ati». Da non dimenticar­e: la dipendenza s’insidia lentamente e chi ne è vittima prima di diventarne davvero consapevol­e fa passare anche 5 anni. È questo ciò che spaventa di più i genitori.

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L’Ego *fa capo alla ASST Santi Paolo e Carlo

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