Corriere della Sera (Brescia)

Stadio, spunta la struttura in legno

L’ipotesi di Jaime Manca che collaborò con Cellino. Il presidente: il bando è solo demagogia

- Di Pietro Gorlani

Continua a tener banco il futuro dello stadio. Spunta sul tema anche l’ipotesi di uno stadio in legno che l’architetto Jaime Manca, progettist­a che in passato collaborò con Cellino, ha studiato proprio per sostituire strutture fatiscenti. Sul tema ieri è intervenut­o in tv anche Cellino: «Il mio è un progetto di recupero con una prospettiv­a. Il bando? Per me è solo demagogia per allungare i tempi».

Il nuovo stadio del Brescia? Una struttura in legno modulare da 16mila o al massimo 20 mila posti, da montare in pochi mesi. Una struttura dall’estetica accattivan­te ma anche dai «contenuti etici» non secondari, visto che non si utilizzere­bbe altro cemento e verrebbero abbinati elementi di risparmio energetico non indifferen­ti (a partire dai pannelli fotovoltai­ci). Questo sarebbe l’obiettivo del presidente del Brescia Calcio, Massimo Cellino, che ha già stretto un accordo con Pessina Costruzion­i e con la società leader degli stadi modulari, la Bear Stadiums, fondata tra gli altri dall’architetto Jaime Manca di Villahermo­sa, profession­ista che ha già collaborat­o con Cellino — la tribuna Main Stand era costituita da 16 gradoni in legno lamellare, con circa 3.400 posti a sedere — ai tempi del progetto dello stadio Is Arenas di Quartu Sant’Elena (Cagliari), nel quale il Cagliari giocò per oltre sei mesi tra 2012 e 2013 prima che la struttura venisse dichiarata inagibile.

La conferma di come intenda muoversi arriva anche dal presidente del Collegio Costruttor­i di Brescia, Tiziano Pavoni: «So che la società sportiva sta ragionando sull’ipotesi di uno stadio modulare in legno, struttura molto più veloce da realizzare e con costi più contenuti. Si dovrà capire se consolidar­e parte dell’impianto esistente o procedere con corpose demolizion­i». Ma anche il gruppo Pessina, per voce del suo amministra­tore delegato Guido Stefanelli, ribadisce «la volontà di fare un progetto insieme al presidente Cellino, per assicurare alla città e alla squadra una struttura di altissimo livello». Dalla Bear Stadiums però sono cauti: «Un rapporto di stima con il presidente Cellino c’è ma al momento non esiste un progetto Rigamonti sul nostro tavolo. Se anche ci fosse stato un contatto siamo ancora a un livello embrionale». Pavoni non prende posizione in merito ai progetti in campo e ha parole d’elogio anche per il progetto australian­o, che ha visionato a metà della scorsa settimana «Dal punto di vista urbanistic­o è un progetto molto interessan­te. Secondo Pavoni «si è innestato un meccanismo virtuoso: «Ci sono due proposte per riqualific­are uno dei luoghi simbolo della città e questo non può che avere ricadute positive sul sistema Brescia e sulle sue imprese».

«Aspettiamo il bando» si è limitato a dire il sindaco Emilio Del Bono, al quale le minoranze di Lega, Cinque Stelle e Forza Italia hanno chiesto di istituire un tavolo politico per prendere scelte il più possibile condivise, per il bene della città. Una richiesta dettata dall’urgenza di evitare che il Brescia, ormai in odore di serie A, da fine agosto possa andare a giocare le partite casalinghe altrove, visto che il Rigamonti è troppo «ammalorato» (anche se con un progetto in tasca potrebbe facilitare l’otteniment­o di una deroga dalla Lega Calcio). Se il bando della Loggia andasse deserto il Comune potrebbe dare l’ok a Cellino affinché concretizz­i il suo intervento innovativo, per il quale ha stimato un investimen­to di 10 milioni (ne prenderà tra i 35 e i 40 dai diritti televisivi una volta che la squadra abbia conquistat­o la serie A). Il presidente del Brescia però deve prima risolvere una grana giudiziari­a, visto che lo studio di architettu­ra Crew ha presentato un decreto ingiuntivo richiedend­o che venga pagata la parcella del progetto redatto su incarico dei precedenti vertici della società (Alessandro Triboldi e Rinaldo Sagramola). Decreto ingiuntivo del Tribunale civile, al quale Cellino si è opposto. Sarà un giudice a decidere: l’udienza è già stata fissata.

Tornando al progetto di stadio in legno, potrebbe partire dalla tribuna principale con 2.500 posti (che comprende all’interno tutte le attività necessarie) oppure aggiungere in un primo momento i moduli della gradinata e della curva Sud (quelle messe peggio, mentre la curva nord e le tribune sono più in salute). I costi? «Un impianto di media capienza ha un costo di 1.500 euro a seduta contro i 2.500-3.000 euro a seduta degli stadi tradiziona­li», ha detto lo stesso architetto Manca di Villahermo­sa, a Il Sole 24 Ore in un’intervista di due anni fa, aggiungend­o: «Tali stadi dovrebbero sostituire strutture esistenti ormai fatiscenti in cemento armato o metallo, che hanno costi manutentiv­i alti e basso appeal per pubblico e tifoserie». Presto per dire se questa sarà la soluzione finale. Di certo la soluzione in legno eviterebbe come contropart­ita la cessione di migliaia di metri quadri di aree edificabil­i. Un aspetto non indifferen­te per la Loggia, che ha sempre fatto della lotta al consumo di suolo un suo vanto. Se la società presenterà alla Lega il progetto per il nuovo stadio, inoltre, potrebbe arrivare una deroga in extremis all’uso dell’attuale Rigamonti. Che ha sessant’anni e non sta proprio benone, per usare un eufemismo.

L’amministra­zione Il sindaco Emilio Del Bono si limita a dire: «Aspettiamo di pubblicare il bando»

"Pavoni La società ragiona su una struttura con costi più contenuti Si dovrà capire se consolidar­e l’impianto o procedere con corpose demolizion­i

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Il modelloUn progetto di stadio modulare in legno sviluppato dalla società Bear Stadiums che potrebbe fungere da modello per la ristruttur­azione del Rigamonti voluta da Cellino
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