Cellino: «Ho un progetto, ma quel bando è solo demagogia»
«Brescia non merita questo stadio ma lo si può aggiustare. E qualora la squadra andasse in A non andrà a giocare altrove». È categorico il presidente della società calcistica, Massimo Cellino, ospite d’onore ieri sera a Teletutto.
«Lo stadio lo aggiustiamo, lo mettiamo a posto a costo di costruirlo noi la notte» dice con il suo inconfondibile accento sardo, proseguendo: «Io ho un progetto pronto per lo stadio che mi è costato 12 mila euro». Ma non è interessato all’idea comunale del bando: «Può precludere l’intervento sulla struttura quest’estate. Il bando è un modo demagogico di dire che le cose le fai e poi magari non le fai». Dà il meglio di sé parlando dei competitor australiani non risparmia loro frecciate al curaro: «Ma ci credete veramente che l’asino vola?». E mette in guardia il sindaco, «una persona che ama la sua città e che i problemi li sa risolvere». È un Cellino istrione ma molto determinato quello che parla in diretta all’emittente televisiva locale. Un intervento deciso «per fare un po’ di chiarezza» proprio sul tema stadio. Che non deve essere circondato «da ristoranti e negozi». Al di là dei grandi progetti futuri c’è l’urgenza di sistemare l’attuale Rigamonti: «Ci laviamo la bocca con mega progetti e nel frattempo dove giochiamo?». Al Rigamonti, logico non certo in altri (come l’Invernici). Questo lascia intendere Cellino che però fa professione di prudenza: «Sono andato in prigione per avere avuto fretta di fare uno stadio; la mia esperienza mi insegna a restare con i piedi per terra». Per questo non vuole parlare di soldi: «né di 10, né di 5 milioni» ma spiega che ha un progetto realizzabile a tappe ma che partirebbe con la sistemazione estiva della struttura; ma non manca di rimarcare il fatto che il «contratto d’affitto con il Comune scade il 1 luglio» e che lui ha già speso «1,8 milioni per rifare spogliatoi e seggiolini».
Il presidente tocca anche la disputa giuridica con lo studio di architettura Crew, che gli ha chiesto il pagamento del progetto per il nuovo stadio commissionatogli dai vertici della precedente società: «non so come poteva il Brescia nel 2017 avere i soldi per fare lo stadio, era un progetto completamente fuori luogo; prima di comprarsi le scarpe di coccodrillo ci si compra pasta e ceci. Perché io devo pagare progettisti su impegni presi in precedenza?»
Lo stadio lo mettiamo a posto e il Brescia non andrà a giocare altrove. L’iniziativa comunale? Può frenare la ristrutturazione di questa estate