Corriere della Sera (Brescia)

Esine aspetta il rilevatore di velocità, per l’Anas non serve

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«Su quella strada vediamo di tutto. E tanti automobili­sti non si spostano nemmeno a destra, nonostante le sirene e i lampeggian­ti accessi». Sono le confession­i di un volontario che conduce l’ambulanza sulla SS42 della Vallecamon­ica. «È difficile guidare così: quando siamo in fase di sorpasso — racconta — spesso siamo costretti a rientrare subito perché la gente corre e non si sposta». E se ci fossero degli autovelox, invece? Per le patologie «tempo dipendenti», come ictus o infarto, tre o quattro minuti possono fare la differenza. E gli automobili­sti, forse, sarebbero più ligi al Codice della strada. In fondo, gli unici autorizzat­i a superare i limiti di velocità sono le forze dell’ordine e i mezzi di soccorso, diretti in questo caso all’ospedale di Esine, presidio di riferiment­o di tutta la valle. Ed è proprio dal Comune di Esine che nel 2017 è partita la richiesta di installare dei rilevatori fissi della velocità (km 77 – 82) nel tratto che da Darfo corre verso nord sulla SS 42 e supera Esine, all’altezza della quale ci sono due svincoli importanti. Ma niente da fare: una risposta dettagliat­a e precisa non è mai arrivata dagli enti competenti. A motivare il diniego ci sono poche righe – firmate il 13 ottobre 2017 dall’ingegner Marco Bosio – nelle quali l’Anas scrive che, «dopo attenta rivisitazi­one delle tratte stradali sulle quali è inevitabil­e l’impianto» degli autovelox, il loro ufficio «è dell’opinione di escludere al momento i tratti di strade statali» ss42 e 45 bis. I tecnicismi non aiutano a ridurre gli incidenti, ma in questo caso sembrerebb­e che i criteri per posizionar­e degli autovelox ci fossero. Anche a livello formale. Anas, infatti, potrebbe dare il diniego alla richiesta di installazi­one di questi dispositiv­i solo se mancassero i requisiti. Ma secondo i residenti della zona i requisiti ci sarebbero tutti: la strada non prevedereb­be posti sufficient­emente larghi per permettere alle forze dell’ordine di far defluire con facilità l’auto in una piazzola e contestarg­li la multa; c’è poi l’«elevato livello di incidental­ità». Nel 2013 i sinistri registrati (con lesioni) erano 36, quattro anni dopo 42: il numero dei feriti è cresciuto, quello dei mortali è calato ma resiste. Inoltre, il traffico pesante si fa sentire: 3.385 dei 30 mila veicoli/giorno è rappresent­ato da camion. Non esiste uno spartitraf­fico. E appena c’è un rettilineo, in tanti cercano di sorpassare. L’Anas ha quindi misurato bene tutti gli elementi? Nuova valutazion­i, in questo caso, spetterann­o anche all’Osservator­io sull’incidental­ità stradale della prefettura. E pensare che la SS 42 (km 66 – 88) era inserita nel decreto prefettizi­o del 2013, tra le strade con gli autovelox fissi. (m.tr.)

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