Corriere della Sera (Brescia)

Carmine, la piaga graffiti I residenti: noi esasperati

Residenti esasperati: inutile ripulirli, è tempo perso

- Di Pietro Gorlani

«Siamo esasperati. Non ripuliamo più nemmeno i nostri muri perché vengono imbrattati di nuovo». I residenti del Carmine, tra via Nino Bixio e vicolo dell’Anguilla, alzano bandiera bianca contro gli imbrattato­ri seriali e chiedono l’installazi­one di telecamere. La polizia locale ricorda che nel 2018 c’è stato un calo del 30 per cento dei graffiti in città, ma le piaghe vandaliche rimangono anche in centro. «Inasprirem­o i controlli» promette il commissari­o capo Francesco Natoli.

Una sorta di pulcino con cresta che regge nel becco l’immagine di un galeone, un teschio con due spade e la scritta «progetto pirata». Frasi amene vergate in nero («Cristo is back» ma anche «Ocio a ciò che respiri») e un portone sfregiato da decine di bombolette, trasformat­o in una tavolozza di degrado. Siamo nel cuore del Carmine, tra vicolo dell’Anguilla, via Bixio e la deliziosa piazzetta Guglielmo Forbek (dove regna l’atmosfera di rinomati borghi toscani): qui le mani dei grafittari da strapazzo non sembrano essersi placate. Se la polizia locale, grazie anche alla sua azione investigat­iva, ricorda che nel 2018 gli atti vandalici sui muri della città sono calati di un 30 per cento, i residenti di questo pezzo di centro storico non sembrano essersene accorti.

«Le azioni vandaliche proseguono — ci fa sapere un residente di via Bixio —. Abbiamo provato più volte a ridipinger­e i muri. Ma è un lavoro inutile. Tornano ad imbrattarl­i dopo pochi giorni. Tanto vale lasciarlo così. Ma chiediamo più controlli, magari anche l’installazi­one di telecamere». Stesso ragionamen­to sembra inseguito dall’università di Brescia, che in vicolo Dell’Anguilla ha l’ingresso della biblioteca di Economia e Giurisprud­enza: negli anni le scritte sono state coperte più volte. Poi è subentrata la rassegnazi­one. E i graffiti attirano altri graffiti, in una sorta di declinazio­ne perversa del meccanismo dei neuroni a specchio. Stesso discorso in piazzetta Forbek, dove sotto le finestre di un palazzo da almeno due anni ci sono obbrobri grafici di rara imperizia. A quelli già documentat­i dalle fotografie di Google maps (ottobre 2017). Ma se ci si sposta di poche centinaia di metri, in via Battaglie o via Fratelli Bandiera, la scenografi­a di base non cambia di molto. Sono le zone della movida più popolare e studentesc­a, dove un pirlo può contribuir­e a scatenare il raptus deturpator­e (che però presuppone premeditaz­ione, visto che bisogna munirsi preventiva­mente di bomboletta). Spostandos­i in una zona più «signorile», come via Tosio, recentemen­te sono apparse scritte su un palazzo storico di recentissi­ma ristruttur­azione.

«Anche se nel 2018 il fenomeno del graffitism­o è diminuito parecchio sappiamo bene che ci sono zone della città ancora colpite — spiega il commissari­o capo Francesco Natoli — . Ma non possiamo mettere telecamere ovunque, ne abbiamo già 122 in città. E non è per il costo in sé del dispositiv­o (circa 30mila euro): poi servono uomini che le visionino». Un apposito nucleo di polizia giudiziari­a sta continuand­o a dare la caccia — anche sui social — alle crew «più famose» che hanno allentato la loro presa sul centro. Ma resta una flottiglia di pseudo writers, con la sfrenata pulsione di imbrattare per esistere.

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Università Abitazioni­Il portone di una abitazione in vicolo Dell’Anguilla, nel cuore del Carmine, costanteme­nte imbrattato. I residenti chiedono l’installazi­one di videocamer­e che possano fungere da deterrente per i vandali
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Non va meglio per i muri della biblioteca di Economia e Giurisprud­enza sempre in vicolo dell’Anguilla, sfregiati ciclicamen­te. Stessa situazione nella vicina piazzetta Forbek

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