Corriere della Sera (Brescia)

«Spento» il festival Si lavora all’ascensore per conquistar­e il Castello e il colle

Oltre 300 mila persone in otto giorni: superati i numeri delle edizioni precedenti

- Di Alessandra Troncana

CidneOn, il festival delle luci, ha spento le lampadine ieri sera dopo aver raggiunto il record: più di 300 mila presenze. Oltre a illuminare anche il vigneto Capretti e le chiese del colle nella prossima edizione, il presidente Brondi lavora all’ascensore obliquo per salire in Castello.

Gli uomini vitruviani in mutande di lana hanno smesso di danzare nell’ombra, gli abiti haute couture in fibra ottica sono stati tolti ai manichini e l’harem di auto (virtuali) della Mille Miglia è rientrato in garage. CidneOn ha spento gli interrutto­ri ieri sera, dopo aver intasato il Castello con il pubblico: in otto giorni, oltre 300 mila persone sono rimaste accecate dalle venti installazi­oni del festival delle luci.

Nota a margine: i numeri dell’anno scorso (273.541 visitatori e 42mila chiavi magiche per il salta-coda vendute al prezzo democratic­o di 8 euro) sono stati superati già venerdì sera, quando il contaperso­ne ha segnato 280.752 ingressi. La cifra è diventata stellare nel gran finale: in 8 mila hanno prenotato le chiavi magiche per l’ultima sera, senza contare la bolgia umana che si è rassegnata alla fila e ha visto il festival senza comprare la reliquia salta-coda.

Corpetti di neon blu, specchi che riflettono lacerti leonardesc­hi tra i vapori di fumo, architettu­re precarie, fari mossi da mani invisibili e simulacri fluo: a ispirare l’edizione numero tre del festival — la direzione artistica è firmata dai dioscuri Fabio Larovere e Andrea Faini di Cieli vibranti — sono state le Icone italiane, tra miti e meraviglie. Una suggestion­e tradotta in luce da artisti italiani, coreani, francesi, polacchi, tedeschi e ucraini: sulle venti installazi­oni totali, 17 erano site specific, create su misura per il festival. E in parecchi hanno reso onore e grazie al genio e alla sregolatez­za di Leonardo da Vinci — di cui, quest’anno, ricorre il cinquecent­esimo anniversar­io della morte —. Il collettivo olandese Dmc ha proiettato bozzetti, disegni, invenzioni, bottega e faccia barbuta dell’artista-inventore sul portale del Castello. Un performer di Scena Urbana si è trasformat­o in un uomo vitruviano postmodern­o tra una contorsion­e e l’altra, con Hypermirro­r Tommaso Trak ha riflesso gli studi leonardesc­hi sulla Torre dei francesi e Roberto Giunti, con l’aiuto degli studenti del liceo Leonardo, ha tradotto le geometrie leonardesc­he in sculture di pura luce.

Ma tra le icone di CidneOn ci sono stati anche Sophia Loren e Vittorio Gassman, registi italiani premi Oscar e frame di film di culto (solo per citarne tre o quattro). Poi macchine per il caffè e maccheroni luminosi, bottiglie di vino riempite con 241 barattoli di vetro, le auto della Mille Miglia e le immagini vintage della corsa, gli abiti intessuti di luce degli studenti dell’accademia Santa Giulia e del coreano Kim Tae Gon, le Fiat 500 con i pesci rossi a bordo, le oasi musicali e il valzer di Giuseppe Verdi. Con il suo tempio di colonne rosse la Laba, invece, ha ricordato la strage di piazza Loggia.

Storia per immagini L’edizione 2019 era dedicata alle icone italiane, tradotte in venti installazi­oni

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Bagliori Un’immagine di CidneOn: la terza edizione è finita ieri sera (foto LaPresse/Cavicchi)
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Abbagliant­e L’ingresso del Castello, a destra Brondi (foto LaPresse/Cavicchi)

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