Fai in alta quota tra baite e rifugi
Lanciato il progetto Alpe: due milioni in dieci anni Si parte con tre siti, obiettivo la cultura di montagna
Nel patrimonio del Fai, il Fondo per l’ambiente italiano, stanno per entrare un ex rifugio alpino, un alpeggio e alcune baite di montagna. È il «Progetto Alpe. L’Italia sopra i 1.000 metri», lanciato ieri al convegno nazionale.
città mentre l’assessore regionale alla Cultura Stefano Bruno Galli ha evocato la strategia macroregionale europea: la Lombardia avrà quest’anno la presidenza di Eusalp, macroregione che abbraccia 46 regioni di 7 Stati per un totale di 76 milioni di abitanti.
L’ex ministro Fabrizio Barca ha ricordato in un videomessaggio il «Progetto aree interne» sopravvissuto al cambio di quattro governi, che guarda a 72 aree-progetto che coprono un sesto del territorio nazionale abitato da 2milioni di italiani.
Il Fai non è estraneo alle tematiche d’alta quota: fra i suoi siti figurano già la malga Fontana Secca a Quero nel Bellunese, un grande pascolo a Talamona in Valtellina, il mulino di Bàresi in val Brembana e il maso Fratton Valaja nel Trentino. Ma con i nuovi progetti (il rifugio Torino vecchio sul Monte Bianco, due baite walser ad Alagna Valsesia e l’alpeggio Sylvenoire a Cogne) è la visione strategica a mutare.
Un cambiamento — ha spiegato il presidente Fai Andrea Carandini — compiuto nella fedeltà ai punti di forza del Fai: «Avere il senso dei processi reali di ampia durata, conoscendo e amando la storia; avere il senso della complessità dei contesti; perseguire il lecito interesse della Fondazione guardando al tempo stesso al bene comune della nazione».
La scelta si guardare all’«Italia sopra i mille metri» significa guardare al 60% del territorio nazionale che forma una grande «S» dal Friuli alla Sicilia: una riserva di naturalità e di identità, oggi sottoposta a un’erosione fisica e antropica. Detto che il paesaggio alpestre «è un paesaggio culturale» (Annibale Salsa, antropologo), e che vanno vinti «la bassa autostima della gente di montagna», la «mistica maschilista della cima» e l’ossessione del crinale come frontiera» (Paolo Rumiz, scrittore) c’è un pensiero che va ridisegnando i rapporti fra «margine e centro» (Also Bonomi, sociologo). Il «Progetto Alpe» sta dentro questo scenario. E, un poco, già lo contrassegna.
Location
Interventi al Rifugio Vecchio Torino, su due baite walser e su un alpeggio a Cogne