Martinez, il baritono dei Caraibi
È allievo dell’Accademia e primo artista cubano a cantare al Piermarini
«Sono qui dallo scorso settembre, ma continua a sembrarmi un sogno; e anche in patria continua a fare notizia». In effetti non può passare inosservata la prima volta di un cubano alla Scala: Jorge Martinez si esibisce domani insieme ad altri allievi dell’Accademia scaligera per il ciclo «Invito alla Scala per giovani e anziani», dove canterà arie da «La forza del destino» e da «Madama Butterfly». Appena 24enne, baritono già professionista, Martinez segna un ulteriore allargamento della geografia lirica: fama planetaria hanno raggiunto il peruviano Florez e il messicano Villazon, chissà se anche Martinez oltre ad essere oggi una «curiosità» diventerà un grande dell’opera. «Lo spero, ogni volta che assisto a uno spettacolo mi dico: ok, a Cuba avevo visto alcune opere, ma non c’è proprio confronto, da noi impazza la Zarzuela, qui è il paradiso del melodramma, penso all’allestimento spettacolare di Attila o a un titolo che conoscevo pochissimo come “Elektra” e che qui ho scoperto… Come un bambino che gioca a calcio in strada sogna di essere alla finale del Mondiale, così io sognavo di cantare nel tempio mondiale della lirica; eccomi qui: mi devo ancora abituare, sto gradualmente iniziando ad orientarmi».
Alla Scala la finale cade il 7 dicembre: «Certo che ci penso, ma è solo un sogno; anche perché vorrei fare Verdi, ma sono ancora troppo giovane». Intanto guarda, ascolta e impara; anche l’italiano che parla benissimo nonostante lo studi da soli quattro mesi: «Ho partecipato a Traviata, ho fatto due comparsate, il domestico di Flora e il commissionario; dovevo rivolgere una frase a Nucci, che emozione! Lui è un mito, mi ha colpito, è semplice, ti parla; sarà lui a interpretare Rigoletto nell’allestimento che cureremo con l’Accademia: cercherò di carpirgli il più possibile, se c’è un’opera che vorrei portare nel mio Paese è Rigoletto».
Per ritornare vincitore a ringraziare il padre: «Lui è un baritono, sono cresciuto seguendolo in teatro e sentendolo cantare in casa: adoravo Mozart, le Nozze di Figaro e Flauto magico. Avrei voluto subito studiare canto ma nella scuola del mio paese non c’era, così ho iniziato col corno; mi piaceva e avevo abbandonato l’idea del canto». Fu la madre, che ascoltandolo mentre intonava per gioco un’aria, che lo spronò a farlo seriamente. «Fu poi la mia fidanzata a scoprire su internet il bando dell’Accademia della Scala; quando mi chiamarono per il provino mi sembrava già un sogno, s’immagini quando mi presero». Un sogno con un’unica ombra: «Mi manca moltissimo la mia famiglia».