Animali fantastici
Ispirandosi al genio di Leonardo l’olandese Theo Jansen costruisce «bestie da spiaggia» che si muovono con il vento
Sono passati cinquecento anni dalla morte di Leonardo ma il suo lavoro continua a ispirare artisti, inventori, bricoleur, cervelli bislacchi di ogni tipo che tentano di dare un seguito in particolare ai suoi pioneristici studi meccanici. Un richiamo irresistibile, visto che sono in tanti a cimentarsi, e fra i più accaniti c’è l’olandese Theo Jansen, classe 1948, che da ben 28 anni tenta di creare mostri zoomorfi dall’aspetto simile a giganteschi scarafaggi o iguane chiamati «Strandbeest», bestie da spiaggia, perché si animano negli spazi aperti delle piatte coste dei Paesi Bassi sfruttando la spinta del vento.
Costruiti con tubi di plastica, fili di nylon e nastro adesivo, i quattordici scheletri in esposizione da oggi al Museo della Scienza e tecnologia Leonardo da Vinci si dovrebbero spostare solo grazie alla forza naturale del vento, senza l’ausilio di motori o tecnologia. In realtà sono stati incapaci di sopportare le raffiche, come spiega il loro creatore: «Questo è una specie di Jurassic Park di animali estinti perché nessuno ce l’ha fatta». Lo si vede nel tabellone appeso alla parete dove ogni esemplare, battezzato con un nome latino che ne indica la specie e l’era di appartenenza, è piazzato lungo linee genealogiche che corrispondono ad altrettante caratteristiche di progettazione: quelli che si muovono trascinati manualmente, quelli spinti a vela, ad aria compressa e così via. Per costruire «Animaris Umerus», per esempio, ci sono voluti tre anni e nonostante tutti gli «aggiustamenti evolutivi», la «bestia» è vissuta solo 26 secondi sulla spiaggia crollando sotto il suo stesso peso.
Non c’è dubbio che quella di Jansen, a differenza della curiosità di Leonardo che cambiava continuamente direzione, sia una monomania, come ammette egli stesso: «Sì, la definirei una dipendenza che dal 1990 si è sviluppata dentro il mio cervello. Oppure una malattia che però non mi fa soffrire e anzi mi permette di vivere al mare molti mesi all’anno e ha finito per contagiare anche altri, soprattutto ragazzini, che si sono messi a costruire macchine simili dopo aver visto i filmati che posto su internet».
Se l’ambiente naturale di questi mostri sono le superfici piane olandesi spazzate dalle raffiche del vento del Nord, vederli immobili dentro i muri del museo milanese li fa apparire come insetti incollati dentro le bacheche degli entomologi. E infatti la parte più bella di questo Jurassic Park è il video che mostra le loro goffe passeggiate lungo il mare. In compenso i bambini potranno consolarsi nei laboratori organizzati per loro; inoltre il 7 marzo, l’11 aprile e il 9 maggio, durante la Dutch Night Dream Beasts, le creature di Theo Jansen verranno rianimate e proveranno a muovere alcuni passi in mezzo al pubblico.
A ben vedere, ciò che divide Leonardo da Jansen è una differenza radicale: mentre il genio da Vinci immaginava con i suoi progetti di proiettarsi nel futuro, Jansen fa l’opposto scegliendo di indietreggiare da un presente dove la robotica rappresenta l’ultima frontiera a un vagheggiamento naïf del passato.