Dodi Battaglia: io, tra pezzi cult e «perle» rare
Sono le nuove gemme musicali, uscite venerdì scorso nel nuovo disco Perle — Mondi senza età, ad essere pescate ed esposte in un corposo live da Dodi Battaglia, che si esibirà con la sua band domani alle 21, presso l’auditorium 1981 Unità d’Italia di Cortefranca, (entrata a 25 euro, eventimacrame.it). Si tratta di un tour che ha già riscontrato un grandissimo successo grazie alla scaletta formata da brani dei Pooh rimasti chiusi nel cassetto per anni e che ora Battaglia ha deciso di rispolverare. Chiediamo a Dodi di parlarci nei dettagli di questa fatica discografica: «È un progetto musicale che parte dal desiderio di condividere un percorso durato una intera vita, dal giugno del 1968 in cui venni arruolato come chitarrista dei Pooh, fino a dicembre del 2016, quando fu decretata la fine del gruppo. Un progetto che vuole portare nei giusti spazi la poetica di Valerio Negrini e di Stefano D’Orazio e la musica dei Pooh, per riscoprire insieme quei brani cui solo l’ambiente intimo e ricercato di un teatro può dare il giusto scenario e dimensione».
Quindi pezzi come Pensiero lasceranno spazio ai lati B dei 45 giri?
«Si tratta di canzoni meno conosciute eppure bellissime, che ho rispolverato grazie ai fans: erano loro a chiederci sempre, ai tempi dei Pooh, di cantare brani che conoscevano bene nonostante non fossero quasi mai in scaletta. Ebbene: il successo è stato incredibile, non solo per i numerosi sold out ai concerti, ma anche per i bagni di folla durante la presentazione del cd, che sta vendendo moltissimo».
Ecco l’idea delle perle, piuttosto facile da abbinare...
«Facile, ma non scontato. Appena ho messo le mani negli arrangiamenti ho scoperto che erano davvero perle meravigliose, tanto che in platea qualcuno pensava fossero inediti. Invece si tratta di creazioni datate ma sempre attuali».
Poi c’è l’inedito Un’anima, scritto con Giorgio Faletti.
«È l’unico inedito — uscito anche in vinile 45 giri, andato
a ruba —
che ho rivisitato da un testo embrionale scritto da Giorgio, che sua moglie mi aveva gentilmente girato. Un gran pezzo, d’altronde Giorgio era famoso in Italia e nel mondo per la sua illuminata creatività».
Dodi, quest’avventura live potremmo definirla una sua brillante idea, che si discosta dal solito show infarcito di grandi classici dei Pooh.
«Nel mio cuore ci sono sempre i miei amici e colleghi che hanno condiviso con il sottoscritto un’incredibile avventura umana e artistica. Io mi limito a suonare nei teatri canzoni create da tutto il gruppo. Il merito va condiviso da chi ha messo cuore e anima per oltre mezzo secolo di storia».