Tassa di soggiorno, un’opportunità
Il presidente di Federalberghi: bene investire sulla cultura, ma attenzione all’ambiente
Dal primo aprile a Brescia si pagherà la tassa di soggiorno. Dopo i malumori iniziali ora anche gli albergatori la considerano un’opportunità. Ma il presidente di Federalberghi allerta: bene investire in cultura, ma attenzione all’ambiente.
Il primo aprile a Brescia parte la tassa di soggiorno. Entra quindi in vigore l’imposta voluta dall’amministrazione di Emilio Del Bono per finanziare eventi, promozione turistica e arredo urbano. Due euro al giorno per persona negli hotel quattro stelle, poco meno nei tre stelle e un euro nelle altre strutture, B&B compresi. «Ormai l’abbiamo digerita, ma non è che siamo felici» ammette Alessandro Fantini, patron dell’Hotel Ambasciatori e presidente degli albergatori di Brescia. Sono però lontani i tempi delle discussioni accese: l’ascia di guerra sembra ormai sepolta. E gli stessi operatori del settore provano a considerare questa imposta come «un’opportunità». O meglio, ci sperano. «Mi auguro si possano trovare le risorse per collaborare a progetti comuni», come eventi o mostre d’arte «di richiamo internazionale». In fondo, «abbiamo tutti la stessa finalità: far percepire Brescia sempre più come una meta turistica». La città è ancora oggi destinazione di un turismo d’affari, ma «è cresciuta la consapevolezza che
Fantini
Abbiamo tutti la stessa finalità: far percepire Brescia sempre più meta turistica. È cresciuta la consapevolezza che c’è molto da visitare, dal Capitolium al museo di Santa Giulia
c’è molto da visitare. Chi arriva — dice Fantini — non capita più qui per caso: sa che ci sono il Capitolium, Santa Giulia, la Pinacoteca, il Castello».
Gli albergatori approvano l’investimento in cultura fatto negli ultimi anni. E immaginano che i soldi della tassa di soggiorno possano finanziare «grandi eventi». Fantini invita a ricordare Goldin: «Partì tutto da lì, sa quante persone hanno scoperto Brescia partecipando a quelle mostre?». Ma dato che la Leonessa non ha l’appeal turistico di Verona o Bergamo, è chiaro che la comunicazione sia un altro settore su cui «è bene investire». Non di rado, Fantini e gli altri albergatori ospitano turisti che chiedono indicazioni per il lago d’Iseo, sdoganato a livello internazionale con Floating Piers. La tassa può quindi essere un’opportunità per aumentare la visibilità di una città che «piace perché è accogliente, bella, ricca di tesori» e ha il vantaggio di non avere a che fare con «le distorsioni tipiche delle località turistiche affollate».
Certo, l’occupazione delle camere è ancora lontana dai risultati di tanti altri capoluoghi, ma la svolta nei numeri non sembra dipendere dalla tassa di soggiorno. Tanto più se si considerano le esenzioni per studenti, ricercatori e parenti di persone ricoverate. Si calcola un tesoretto di 700 mila euro, cui contribuiranno tutti: gli alberghi — una quarantina, con 237 mila arrivi — e le altre 85 strutture ricettive, che ospitano ogni anno 36 mila persone. Per Fantini, però, l’imposta è anche l’occasione per rinforzare il dialogo con la Loggia per contrastare gli abusivi: «Chiediamo regole certe. Sono essenziali: da qui passa il successo di una località».
Rossi
È importante non sottovalutare due problemi che gravano sia sulla città che sulla provincia: la qualità dell’aria e il traffico congestionato su lago di Garda