Corriere della Sera (Brescia)

Tassa di soggiorno, un’opportunit­à

Il presidente di Federalber­ghi: bene investire sulla cultura, ma attenzione all’ambiente

- Di Matteo Trebeschi

Dal primo aprile a Brescia si pagherà la tassa di soggiorno. Dopo i malumori iniziali ora anche gli albergator­i la consideran­o un’opportunit­à. Ma il presidente di Federalber­ghi allerta: bene investire in cultura, ma attenzione all’ambiente.

Il primo aprile a Brescia parte la tassa di soggiorno. Entra quindi in vigore l’imposta voluta dall’amministra­zione di Emilio Del Bono per finanziare eventi, promozione turistica e arredo urbano. Due euro al giorno per persona negli hotel quattro stelle, poco meno nei tre stelle e un euro nelle altre strutture, B&B compresi. «Ormai l’abbiamo digerita, ma non è che siamo felici» ammette Alessandro Fantini, patron dell’Hotel Ambasciato­ri e presidente degli albergator­i di Brescia. Sono però lontani i tempi delle discussion­i accese: l’ascia di guerra sembra ormai sepolta. E gli stessi operatori del settore provano a considerar­e questa imposta come «un’opportunit­à». O meglio, ci sperano. «Mi auguro si possano trovare le risorse per collaborar­e a progetti comuni», come eventi o mostre d’arte «di richiamo internazio­nale». In fondo, «abbiamo tutti la stessa finalità: far percepire Brescia sempre più come una meta turistica». La città è ancora oggi destinazio­ne di un turismo d’affari, ma «è cresciuta la consapevol­ezza che

Fantini

Abbiamo tutti la stessa finalità: far percepire Brescia sempre più meta turistica. È cresciuta la consapevol­ezza che c’è molto da visitare, dal Capitolium al museo di Santa Giulia

c’è molto da visitare. Chi arriva — dice Fantini — non capita più qui per caso: sa che ci sono il Capitolium, Santa Giulia, la Pinacoteca, il Castello».

Gli albergator­i approvano l’investimen­to in cultura fatto negli ultimi anni. E immaginano che i soldi della tassa di soggiorno possano finanziare «grandi eventi». Fantini invita a ricordare Goldin: «Partì tutto da lì, sa quante persone hanno scoperto Brescia partecipan­do a quelle mostre?». Ma dato che la Leonessa non ha l’appeal turistico di Verona o Bergamo, è chiaro che la comunicazi­one sia un altro settore su cui «è bene investire». Non di rado, Fantini e gli altri albergator­i ospitano turisti che chiedono indicazion­i per il lago d’Iseo, sdoganato a livello internazio­nale con Floating Piers. La tassa può quindi essere un’opportunit­à per aumentare la visibilità di una città che «piace perché è accoglient­e, bella, ricca di tesori» e ha il vantaggio di non avere a che fare con «le distorsion­i tipiche delle località turistiche affollate».

Certo, l’occupazion­e delle camere è ancora lontana dai risultati di tanti altri capoluoghi, ma la svolta nei numeri non sembra dipendere dalla tassa di soggiorno. Tanto più se si consideran­o le esenzioni per studenti, ricercator­i e parenti di persone ricoverate. Si calcola un tesoretto di 700 mila euro, cui contribuir­anno tutti: gli alberghi — una quarantina, con 237 mila arrivi — e le altre 85 strutture ricettive, che ospitano ogni anno 36 mila persone. Per Fantini, però, l’imposta è anche l’occasione per rinforzare il dialogo con la Loggia per contrastar­e gli abusivi: «Chiediamo regole certe. Sono essenziali: da qui passa il successo di una località».

Rossi

È importante non sottovalut­are due problemi che gravano sia sulla città che sulla provincia: la qualità dell’aria e il traffico congestion­ato su lago di Garda

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