Corriere della Sera (Brescia)

«L’ideale è continuare a investire in cultura Per il Garda serve un treno»

- M. Tr.

«Il turismo dà ottimi segnali. Sul Garda, sul lago d’Iseo e in città. Ma molti dei numeri in più che abbiamo registrato, nel 2018, sono legati al capoluogo». Ora, però, anche all’ombra del Cidneo arriva la tassa di soggiorno: che succederà? «L’importante è che vada a finanziare progetti di rilancio turistico e di promozione». Secondo Paolo Rossi, presidente regionale di Federalber­ghi e titolare di due importanti strutture a Salò, l’attrattiva culturale che si è sviluppata a Brescia ha generato «una curiosità che si sta propagando sulla scena internazio­nale». Insomma, cultura, arte e musica rappresent­ano «la strada giusta. Se funziona — sostiene Rossi — ci sarà una ricaduta positiva per tutti», il Garda e la città. Realtà vicine e lontane, al tempo stesso. Il suo invito è a non sottovalut­are due problemi: l’inquinamen­to dell’aria a Brescia e il traffico sul lago. «Tra i miei clienti bresciani raccolgo molte preoccupaz­ioni» spiega Rossi, che vede materializ­zarsi sempre di più «i tentativi di esodo dalla città. Parlo soprattutt­o di famiglie giovani, con bambini, che vogliono lasciare Brescia e venire a vivere sul lago. È una questione di salute e qualità della vita». Non ne parla a cuor leggero, Rossi. Lui, che ha una visione a 360 gradi e una clientela mitteleuro­pea, sa bene che ci sono problemi irrisolti anche sul Garda. La viabilità, prima di tutto. «È un punto dolente». Sul Sebino, come sugli altri laghi lombardi, l’acqua è percepita «come una via di comunicazi­one». E questo consente di alleggerir­e le strade e le auto che attraversa­no i paesi. «Servirebbe­ro mezzi più snelli”. L’altra sfida è la via ferrata: il presidente di Federalber­ghi auspica che si possa ripristina­re un servizio in treno tra Brescia e Salò, sarebbe un passo in avanti. Rossi sa bene che i flussi turistici (di oggi e di domani) sono legati anche alla capacità di preservare un territorio, di renderlo attrattivo e godibile. Ecco perché il traffico resta, per molti albergator­i, una questione aperta. Da affrontare. Tanto più se il Benaco dovesse guadagnare il riconoscim­ento Unesco. «Allora mi aspetterei più coraggio nel tutelare il lago».

Insomma, se gli affari vogliono continuare, bisogna agire su territorio e viabilità. Tanto più sul Garda, che nel bresciano fa la parte del leone: il 75% delle presenze della provincia si registrano sul Benaco (7,7 milioni di notti su un totale di 10,4).

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