Corriere della Sera (Brescia)

Il lato pop del Barocco

Le Settimane al Grande: «Un progetto di rilancio»

- Fabio Larovere

Le Settimane barocche di Brescia si preparano a festeggiar­e i 60 anni e a vivere una seconda giovinezza. Ne è convinto il direttore artistico Emanuele Beschi che ha annunciato un «progetto di rilancio, di ampio respiro, che con lo sguardo attento rivolto al futuro, sappia rispondere alle richieste e ai gusti del pubblico, oltre che alle istanze del territorio».

Contestual­mente, Beschi ha anche presentato i concerti in calendario quest’anno: cinque appuntamen­ti tra settembre e dicembre, due dei quali nella cornice del Ridotto del Teatro Grande. Si inizia con il violoncell­o di Paolo Beschi, per continuare con un concerto omaggio ad Hasse affidato al clavicemba­lo di Chiara Cattani; in novembre tocca all’organo di Matteo Messori e al celebre controteno­re Raffaele Pe con il gruppo La lira di Orfeo nei concerti sacri di Scarlatti. Chiude, il 9 dicembre, Vincenzo Capezzuto con Soqquadro italiano e una originale rielaboraz­ione dell’Oratorio di Natale di Camille Saint-Saens, con inserti di musica elettronic­a a cura di Claudio Borgianni.

Quali le linee guida della rinascita delle Settimane barocche?

«Sono in quattro parole: tradizione, innovazion­e, contrasti e contaminaz­ione. Stiamo lavorando a un programma che porti grandi interpreti ma coinvolga anche i giovani. Vorremmo proporre concerti in provincia e lavorare con gli studenti dei Conservato­ri lombardi. Nel 2020 si svolgerà la prima Festa nazionale della musica antica in Italia e questo evento sarà realizzato in collaboraz­ione con l’Accademia Santa Giulia. Il prossimo anno sarà anche il 500 anniversar­io dalla nascita di Pellegrino da Montichiar­i, considerat­o il padre del violino insieme ad Antonio Amati».

Perché stiamo assistendo a un revival del Barocco?

«La musica barocca, rispetto ad esempio a tutto il Romanticis­mo, risponde alle esigenze dei più giovani di rigore ma anche di partecipar­e attivament­e all’esecuzione, un po’ come avviene con l’improvvisa­zione per i jazzisti: nel Barocco era importanti­ssima. Tra i ragazzi c’è grande curiosità in tale direzione e l’ingresso nella mia squadra del violista Christian Serazzi vuole dare un contributo in questo senso».

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Oltre le generazion­i Porteremo grandi interpreti ma anche i giovani, molto curiosi e attratti dal Barocco

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Archetto Emanuele Beschi, direttore artistico delle Settimane barocche

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