Sulle piste c’è un più 5%
5% in più rispetto alla precedente stagione L’assalto nelle feste di Natale e Capodanno
Stagione positiva per Tonale-Pontedilegno che ha fatto registrare un +5% di sciatori. E complice l’abbondante nevicata di inizio aprile le piste sono ancora aperte (Presena chiude il 19 maggio).
Gli investimenti pagano: tra impianti di risalita, cannoni per l’innevamento e pubblicità, l’alta Vallecamonica stacca un’altra «cedola» e chiude la stagione 2018/19 in bellezza. La cartina di tornasole è data dai primi ingressi sulle piste: sono aumentati del 5 per cento rispetto ad un’annata già buona come quella precedente. E il trend è in crescita, visto che gli sciatori sulle piste – rispetto all’inverno 2016-17 – sono cresciuti del 10 per cento.
Sui percorsi innevati delle Alpi (ma anche tra colline e laghi) sono arrivati clienti nuovi da tutta Europa, anche dall’Est: a far crescere i numeri ha di certo contribuito anche quell’ «effetto terrorismo» che ha preso avvio con gli attentati terroristici di Parigi, Nizza e Bruxelles. E che ora va un po’ scemando. Se poi si aggiunge che un calo dei pernottamenti sia fisiologico, dopo anni di crescita, allora non stupisce vedere come le presenze del 2018 – quelle registrate nel bresciano – siano diminuite «del 6-7 per cento».
Attenzione, però: è presto per capire quali territori della provincia abbiano «sofferto» più di altri, visto che il dato 2018 «sarà ufficializzato solo nei prossimi mesi». Di certo ci sono «tante altre province che sono andate peggio di noi» spiega l’amministratore delegato di «Visit Brescia», Graziano Pennacchio. Lui, albergatore di lungo corso a Ponte di Legno, sorride di fronte agli ottimi numeri dell’inverno che si è appena chiuso. Anche se, complici le tardive nevicate di inizio aprile, al Tonale e sull’Adamello si scia ancora. A certificare l’exploit dell’Alta Vallecamonica sono i primi ingressi sulle piste registrati dal consorzio Ponte di Legno-Tonale, in aumento del 5% rispetto all’inverno scorso: «I dati definitivi saranno disponibili solo a fine maggio, quando si chiuderanno le piste del Ghiacciaio Presena. Ma i primi numeri – dice il direttore del consorzio dell’Adamello, Michele Bertolini – sono assolutamente confortanti. Nonostante la scarsità di precipitazioni nevose, alla quale abbiamo sopperito grazie agli investimenti fatti in questi anni nel settore dell’innevamento programmato, stiamo per chiudere un inverno molto soddisfacente dal punto di (LaPresse/ Cavicchi) vista delle presenze turistiche, come testimoniato dal più 5% di primi ingressi sulle piste rispetto all’anno scorso e un più 10% rispetto al 20162017».
Il segreto della stagione sono «le tante giornate di sole» che l’hanno caratterizzata. L’autunno era iniziato bene: il 3 novembre Bertolini ricorda che erano caduti due metri di neve sul ghiacciaio, poi a fine mese tutte le piste risultavano già aperte, in netto anticipo rispetto al ponte dell’Immacolata. «Il calo delle precipitazioni c’è stato, ma i cannoni hanno permesso di avere buone piste: le ultime precipitazioni – racconta il direttore del consorzio – hanno permesso di avere neve come se fosse febbraio». E la ricettività? «Direi bene» sentenzia Bertolini. «Eravamo partiti con numeri altissimi a Natale e Capodanno, poi i flussi si sono un po’ fermati perché la gente – spiega – vuole vedere il bianco, non gli bastano le piste».
Un fenomeno, quello dei paesaggi dominati da tonalità come il grigio della roccia e il bruno dei prati, che negli ultimi ha caratterizzato molte zone di montagna. Dai rilievi delle Alpi lombarde fino al Trentino. Tra zone relax, piscine e alberghi sempre più alla moda, le località hanno riqualificato la propria offerta, provando a viziare al meglio i propri clienti. Ma l’alta valle, grazie al Tonale e ai ghiacciai, aveva comunque decine di piste innevate su cui contare, mentre le località con altitudini più basse hanno sofferto.