Corriere della Sera (Brescia)

«Alunni mai da soli» La Carta dei doveri e gli strappi alla regola

I pedagogist­i: prudenza. «Bidelli, il turno inizia tardi»

- Di Elisabetta Andreis

La carta della scuola primaria Pirelli è divisa in due capitoli. Nel primo, tra i «Doveri dei docenti», si prescrive la «vigilanza durante i trasferime­nti interni». Tra i «Doveri dei collaborat­ori», si legge a seguire, c’è la «sorveglian­za durante gli spostament­i per recarsi ai servizi». Regole difficili da rispettare. Una maestra della scuola di via Goffredo da Bussero ammette: «Gli alunni sanno andare al bagno da soli fin dalla prima. Per forza. C’è la bidella bravissima assegnata al piano ma se in quel momento non sta lì o ha altre classi da seguire e loro hanno l’urgenza, non c’è altra soluzione che mandarli senza sorveglian­za». Un papà ricorda: «Nella classe di mio figlio, una seconda, a turno sono incaricati anche di portare in segreteria al piano terra i fogli da fotocopiar­e. Di solito vengono mandati in due. Mi pareva un modo per farli crescere, dopo quello che è successo chiederò di rivedere in senso restrittiv­o il regolament­o».

Daniele Novara, pedagogist­a esperto dell’età evolutiva, è colpito. L’incidente alla scuola Pirelli, con il piccolo ancora in pericolo di vita per la drammatica caduta dalle scale, deve far riflettere: «Dal terzo anno non è solo possibile ma soprattutt­o auspicabil­e dare ai bambini piccole autonomie di spostament­o all’interno della scuola. Sarebbe eccessivo accompagna­rli o tenerli guardati a vista persino quando vanno ai servizi. Nei primi due anni di primaria il discorso è diverso, però. Bisogna essere molto prudenti».

Come organizzar­e le classi? Come distribuir­le nell’edificio? Così Novara: «Intanto, le prime dovrebbero essere collocate al piano terra, non certo all’ultimo. Poi gli alunni più piccoli in un mondo ideale dovrebbero essere rassicurat­i sempre da una figura di riferiment­o che stia con loro, se si devono spostare. Ai miei tempi il bidello che ti portava ai servizi era dato per scontato: un amico, un compagno. Dovrebbe essere anche oggi così». L’esperto si sente però di aggiungere: «Sono consapevol­e di dare consigli soltanto teorici, stavolta. Nella pratica i dirigenti scolastici non potrebbero seguirli neanche volendo, visto l’organico relativame­nte scarso per gestire i plessi a loro assegnati».

Le testimonia­nze gli danno ragione. «Da noi, una primaria con centinaia di alunni in un municipio a Nord di Milano, fino alle 10 del mattino non c’è neanche un bidello ai piani. Soltanto il collaborat­ore nell’atrio che deve controllar­e gli ingressi — racconta una maestra che raccomanda di non essere citata —. Non è certo un caso isolato, comunque. È quasi dappertutt­o così. Ma la probabilit­à che succeda una disgrazia mi pare davvero remotissim­a».

In linea generale, il numero dei collaborat­ori viene assegnato dal Miur in base al numero totale di alunni nei diversi plessi dell’istituto comprensiv­o. Il dirigente sceglie come distribuir­li. In virtù dell’autonomia scolastica ogni istituto approva poi il regolament­o di sicurezza interno che dev’essere coerente con il piano pedagogico della scuola e approvato prima dal Collegio docenti e poi dal Consiglio di istituto, dunque da un organo che include anche genitori. Paola Gajotti, ex dirigente della primaria Muzio appena andata in pensione, riflette: «La sicurezza è la preoccupaz­ione più grande di docenti e presidi. Se in corridoio non è presente qualcuno che vigila, bisogna evitare di fare uscire i bambini dalle classi. Ma se hanno un’urgenza? — chiede —. Obtorto collo i maestri li mandano. Poi, se non tornano subito, vanno in ansia e li rimprovera­no. Ma non è giusto neanche questo, i bambini piccoli hanno bisogno di tempo».

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L’intervento di carabinier­i e ambulanze
Le famiglie all’uscita dei bambini dalla scuola
Lo scalone della scuola elementare Pirelli di via Goffredo da Bussero, in zona Bicocca: il bimbo di 6 anni è caduto dal secondo piano L’intervento di carabinier­i e ambulanze Le famiglie all’uscita dei bambini dalla scuola
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