Tav, lavori e legalità Le ferite aperte nella pianura
Intesa tra Cepav2 e le organizzazione sindacali sui subappalti e il rispetto dei diritti dei lavoratori
Operazione legalità e diritti per i cantieri dell’Alta velocità che uniranno Brescia e Verona. Il consorzio Cepav Due, che è il General contractor della tratta, e le organizzazioni sindacali hanno firmato un protocollo in cui ci si impegna a garantire trasparenza dei subappalti e rispetto dei diritti dei lavoratori. Intanto i primi cantieri hanno preso corpo e hanno cambiato il profilo della pianura con terrapieni e trincee per un’opera che sarà lunga 48 chilometri.
L’impegno è reciproco: chi lavora per costruire l’Alta velocità dovrà farlo all’insegna della più completa legalità. È quanto messo nero su bianco nel protocollo siglato da Cepav Due, che è il General contractor della Brescia-Verona, e le imprese che lavorano negli appalti. Entrambi «si impegnano a verificare che la loro filiera garantisca il rispetto dei diritti dei lavoratori e di tutto il personale coinvolto nell’esecuzione dei lavori per la realizzazione dell’opera ferroviaria». Il consorzio per l’Alta velocità, che nel giugno 2018 firmò il contratto per i lavori con Rfi, ha siglato questo protocollo insieme alle organizzazioni sindacali che rappresentano gli operai dell’edilizia e dell’industria (Feneal-Uil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil). I 48 chilometri complessivi dell’opera, che prevede diverse gallerie e viadotti, vedrà l’impiego di mezzi ad alta tecnologia ma anche rischi connessi alle attività di cantiere. Ecco perché il rispetto di tutte le regole risulta in questi appalti ancora più importante: sicurezza, rapporti con gli organismi paritetici di settore e subappalti a terzi sono alcuni punti del Protocollo. La tratta, che va dallo svincolo di Brescia Est a Verona Merci, è divisa in due lotti costruttivi: da una parte gallerie e viadotti per un valore di 1,9 miliardi di euro, dall’altra c’è la partita degli impianti tecnologici e dell’armamento dei binari per 607 milioni.
Ciò nonostante, rimangono difficoltà sull’avvio complessivo dell’opera: diversi appalti sono stati sì aggiudicati (ad esempio la galleria di San
Giorgio in Salici, nel veronese) mentre quello più rilevante, rappresentato dalla galleria di Lonato e dai suoi 5 chilometri, dovrà essere messo di nuovo a bando. Un lavoro da 205 milioni che per due volte non ha trovato l’interesse di nessuno. «Trovo molto strano che la gara per il tunnel sia andata deserta. Tanto più oggi che c’è ancora crisi e fame di lavoro» dice il sindaco di Desenzano Guido Malinverno. Viene quasi il dubbio che le aziende volessero capire «se i prezzi fossero buoni». Pur critico con l’attuale tracciato e in particolare per il tratto che attraversa il suo comune («temo i disagi dei cantieri e soprattutto il percorso di molti camion»), Guido Malinverno sa che l’Italia ha giudicato l’Alta velocità «un’opera strategica». Se è così, «possibile che una gara del genere sia andata deserta?» si chiede Malinverno, che aggiunge: «Mi domando se la scelta non fosse propedeutica a far alzare i costi» della messa a gara.