Se ci si mette nei panni altrui
«Mettiti nei miei panni». È il progetto con cui Palazzolo cerca di superare i pregiudizi: fino al 29 dicembre saranno esposte installazioni con 43 fotografie di donne che indossano abiti di altre etnie.
L’uomo che ha nascosto una dea neoclassica allo sguardo bulimico del pubblico (la Venere degli stracci, una delle sue installazioni più iconiche e osannate dalla critica), ha concesso di esporre senza filtri concettuali o montagne di vestiti stropicciati davanti le sue nuove muse: una quarantina di signore vestite con abiti di culture e stile diverso dal loro e ritratte a grandezza naturale (da Giovanni Colosio) con il simbolo del Terzo Paradiso del semi-dio dell’Arte povera Michelangelo Pistoletto tra le mani. Mettiti nei miei panni è il progetto con cui Palazzolo ha cercato di superare i pregiudizi sull’universo femminile: da oggi al 29 dicembre, nelle piazze Roma e Zamara, saranno esposte installazioni con 43 fotografie-ritratti di donne che indossano abiti presi dai guardaroba di altre donne, italiane e straniere. In mano, il Terzo Paradiso (un intreccio di tre cerchi: il primo è la natura; il secondo, l’artificio; il terzo un ventre prometeico che allude all’armonia tra i primi due). « È un progetto finanziato per il 50% da Regione Lombardia cui hanno collaborato l’associazione Le donne del Terzo Paradiso, le scuole di Palazzolo e l’associazione Pensionati — fa sapere Nadia Valli, assessore alle Pari opportunità —. Vogliamo far capire cosa significhi mettersi nei panni degli altri e, al tempo stesso, superare certi stereotipi di genere e favorire l’integrazione». Le installazioni, poi, saranno trasferite dalle piazze alle scuole. Gli allievi del Marzoli dovranno elaborare un questionario sulla sfera femminile da sottoporre ai pensionati. Ci saranno progetti anche per le elementari, le medie e le scuole dell’infanzia. (a.tr.)