L’impegno per la sclerosi
Prendo spunto da quanto pubblicato sulla edizione bresciana del Corriere il 10 dicembre sulla sclerosi multipla. La ridondanza riferita a Fedez non richiede alcun commento. Sono però molto mortificato nel leggere «Se non sei in sedia a rotelle, nessuno coglie la tua stanchezza cronica, i tremori o le vertigini» che non fa altro che alimentare il falso concetto che non si è vicini a chi è ammalato. Essendo un medico degli Spedali Civili, assisto le persone colpite da sclerosi multipla da decenni: la condivisione della percezione della persona è un elemento strategico per comprendere l’evoluzione della malattia. Vi sono casi in cui la fortuna vuole che una patologia sia presente in forma meno severa ma molti vorrebbero correre e di certo non hanno avuto comportamenti manchevoli che li hanno portati a non poter più camminare. Non si parla di Sclerosi Multipla? Aism l’associazione dei pazienti è tra le più attive in Italia. Ogni mese si svolgono incontri in ospedale riservati alle persone ammalate. Forse ho mancato nella capacità di rivolgermi, come responsabile del Centro ospedaliero, ai media e questo senso di colpa mi porta oggi a scrivervi queste righe. Ruggero Capra Brescia
Cortese dottor Capra, parlando del «caso Fedez» abbiamo ospitato lo sfogo di una malata che rimarcava un dato incontrovertibile: quando è malato un personaggio famoso cresce l’attenzione dell’opinione pubblica. Quella stessa attenzione che dovrebbe essere patrimonio costante di una società inclusiva. Invece chi è toccato dalla malattia, le associazione che li seguono e i centri di eccellenza, come quello da lei diretto, che li curano lavorano troppo spesso in solitudine. Tutto qui. (m.tor.)