Ezio Mauro Il Muro di Berlino e le sue storie
Mauro al Sociale con una lezione-spettacolo sul Muro di Berlino
La caduta del Muro di Berlino aveva suscitato all’inizio grandiose aspettative: si poteva immaginare il trionfo planetario del modello occidentale di sviluppo, basato sul principio del libero mercato e della democrazia liberale, i sistemi politici sarebbero diventati più omogenei, sarebbero scomparse le ragioni più profonde della conflittualità. In questo senso Francis Fukuyama aveva annunciato in un suo volume La fine della Storia. Invece La Storia non è affatto finita, anzi ha iniziato un altro capitolo.
Berlino, cronache del muro è il titolo della lezione-spettacolo che Ezio Mauro, giornalista e scrittore, ex direttore de La Stampa e La Repubblica, terrà stasera (ore 20.30) al Sociale. Dopo aver raccontato la rivoluzione russa e la tragedia italiana del rapimento e dell’uccisione di Aldo Moro, questa volta Mauro, per il trentennale della caduta di quello che era il simulacro della Guerra Fredda e del potere comunista, torna sui luoghi che hanno segnato i 28 anni di storia del Muro di Berlino, con la consueta declinazione crossmediale: prima il reportage sulle pagine del quotidiano, poi il documentario, un libro (Anime prigioniere, Feltrinelli), infine l’evento teatrale.
La scaletta (sulla scena anche l’attore Massimiliano Briarava), sottolinea Mauro, «ripercorre, mese per mese, ma con vari salti all’indietro, quell’incredibile 1989 attraverso interviste ai testimoni e materiali d’archivio. A gennaio di quell’anno l’allora premier della Ddr, Erich Honecker, proclama che il Muro ci sarà ancora per 50 o 100 anni. Quel “mostro” era stato concepito nell’agosto del 1961: divideva con calcestruzzo e filo spinato una città, l’Europa, due mondi, correndo per 156,4 chilometri. Riascoltiamo le reazioni di John Kennedy, di papa Giovanni XXIII, di De Gaulle, parliamo della Stasi, degli intellettuali divisi tra persecuzione e adesione al regime, della vita quotidiana nelle Ddr tra consumi, educazione e musica, dei movimenti di opposizione dentro le chiese luterane, delle riforme di Gorbaciov, degli altri Paesi dell’Est che cambiano, mentre la Ddr si chiude ancora di più diventando una roccaforte leninista, fino all’ultimo atto, le manifestazioni di piazza prima del 9 novembre».
Il Muro incarnava l’equilibrio del terrore, la Guerra Fredda. Quello che è seguito, è una fluidità di avvenimenti ancora sotto osservazione. «Parliamo di quello che è stato, ricordiamo quel clima. Oggi viviamo una situazione in cui i concetti di Est e di Ovest sembrano rinascere e prendere nuove forme. Mosca con Putin conserva una sua vocazione imperiale, è qualcosa di congenito all’anima russa, mentre in Europa i movimenti sovranisti e le autocrazie nazionaliste mettono sotto attacco gli istituti della democrazia e della cultura liberale. Pensavamo che la democrazia fosse diventata una religione civile universale, ma gli attentati alle Twin Towers hanno dimostrato che non è così».
Domani, al salone Vanvitelliano, Mauro, in dialogo con Claudio Baroni, presenterà il suo ultimo libro introdotto dal sindaco Emilio Del Bono, dalla presidente del Ctb Camilla Baresani e da Filippo Perrini, presidente della Ccdc.
«Oggi sono i sovranisti a mettere sotto attacco la democrazia liberale»