Caffaro e veleni Iniziati i carotaggi nella fabbrica
Prima il mercurio, domani prelievi sul cromo
I primi accertamenti nel capannone numero 24, dismesso da tempo, nel quale sono state rilevate concentrazioni di mercurio. Domani, invece, i tecnici si concentreranno sul comparto della fabbrica nel quale è stata riscontrata la contaminazione di cromo esavalente. Su disposizione della Procura, sono iniziati i carotaggi alla Caffaro: l’ultimo fascicolo conta otto indagati (tra cui due commissari) per inquinamento ambientale e gestione di rifiuti non autorizzata.
Gli accertamenti tecnici sono iniziati, come disposto dal sostituto procuratore Donato Greco e dall’aggiunto Silvio Bonfigli, titolari dell’ultimo fascicolo sulla Caffaro, che vede otto indagati per inquinamento ambientale e gestione di rifiuti non autorizzata.
Sotto la lente, le contaminazioni da cromo esavalente e mercurio in diversi comparti della fabbrica. E se l’iscrizione nel registro degli indagati è anche un atto di garanzia affinché tutti possano partecipare, con i rispettivi consulenti, agli approfondimenti (irripetibili), i carotaggi sono iniziati proprio nelle ultime ore. E continueranno. Per prima cosa i tecnici Arpa, e non, hanno condotto i prelievi nel capannone numero 24 (già sotto sequestro) ormai dismesso, dove fino al 1997 si lavorava il cloro-soda. Per la contaminazione di mercurio sono indagati Roberto Moreni, commissario straordinario del Sin Caffaro, colui che ha indetto la gara per la bonifica, ma anche il commissario liquidatore di Caffaro Chimica Marco Cappelletto. Oltre a loro indagati Alfiero Marinelli, già collaboratore di Cappelletto e delegato per ambiente e sicurezza dell’azienda, e Fabrizio Pea, commercialista veneziano nel 2009 nominato liquidatore di Caffaro srl (controllata di Snia).
Domani si procederà con i prelievi di cromo: la relazione Arpa evidenzia un nesso di causalità tra lo stabilimento in cui da anni lavora la Caffaro Brescia srl e la contaminazione delle matrici. Il cromo, ben oltre i limiti di legge, sarebbe nel sottosuolo e in falda, in corrispondenza dei quattro serbatoi dismessi ma non ripuliti, nel settore di pertinenza alla Caffaro Brescia srl. Quattro gli indagati: Donato Todisco, proprietario del gruppo Chimica Fedeli — cui fa capo la Caffaro Brescia srl — ; l’ad Alessandro Quadrelli, il direttore generale Alessandro Francesconi e quello dello stabilimento di via Milano Vitantonio Balacco. (m.rod.)