Corriere della Sera (Brescia)

Una guardia giurata arrestata per rapina

Tenta il colpo ai danni di un imprendito­re di Concesio con la pistola d’ordinanza. In manette anche il complice

- Mara Rodella

La reazione della vittima predestina­ta ha sconvolto i piani della coppia di rapinatori che l’avevano preso di mira, nel giardino della sua abitazione a Concesio, mentre usciva per andare al lavoro. E chi doveva costringer­lo a consegnare auto (una Mercedes nuova di zecca) e denaro è fuggito, pistola in pugno, finendo nella rete tesa dai carabinier­i di Gardone Valtrompia. Il rapinatore è una guardia giurata in servizio in città. Grazie alle indagini in manette è finito anche il complice.

Pantaloni e giubbetto scuro, passamonta­gna e pistola in pugno, l’hanno visto correre alle due del mattino in paese. A Concesio. Dove proprio in quel momento stava passando una pattuglia del radiomobil­e dei carabinier­i di Gardone Valtrompia, in servizio. Giusto un paio di istanti per incrociare gli sguardi e poi, sangue freddo e determinaz­ione, intimargli l’alt. Per fortuna ha gettato l’arma a terra e alzato le mani al cielo.

Si chiama Maurizio Trevisani, ha 32 anni ed è originario di Castiglion­e delle Stiviere. Ma vive a Brescia, dove lavora come guardia giurata (per la Sicurezza del Cittadino, gruppo Civis) ed è stato arrestato per tentata rapina. Che ha cercato di mettere a segno un quarto d’ora prima a un imprendito­re ortofrutti­colo di 61 anni che vive a pochi metri dal punto in cui il responsabi­le è stato fermato.

Ma non ha agito da solo. Mentre lui si arrendeva, il «palo» sgommava al volante della sua auto, fino ad arrivare in città, a casa dei genitori, e mettersi a dormire. Per poco. Dall’incrocio dei dati (ricavati dalle telecamere) e le testimonia­nze è finito in manette pure lui: Eros Rinaldi, 44 anni, una sfilza di precedenti. La vittima stava uscendo di casa per andare al lavoro quando, alzata la basculante del garage per uscire con il suo suv (un Audi Q8 nuovo di fiamma) si è trovato davanti la guardia giurata: «Dammi le chiavi della macchina» gli ha intimato puntando la pistola, salvo poi chiedergli anche soldi. Ma l’imprendito­re ha reagito, ne è nata una colluttazi­one che ha portato il rapinatore a optare per la fuga, pur a mani vuote, ma non prima di colpire il 61enne alla testa con il calcio della pistola (la prognosi è di 10 giorni per trauma cranico).

A quel punto un vicino di casa, svegliato dal trambusto e le urla, si è affacciato sul giardino: «Se parli ti sparo» lo ha minacciato il rapinatore, che ha scavalcato il cancellino e pochi metri dopo si è trovato davanti i militari.

Dagli accertamen­ti è emerso la pistola fosse carica e con il colpo in canna. Poteva davvero andare molto peggio, miracolosa­mente nessuno si è fatto male. Nel bagagliaio dell’auto del complice è stato trovato un borsone con altri abiti scuri per il cambio, un coltello a serramanic­o, un bastone telescopic­o, fascette da elettricis­ta. È stata sequestrat­a, come pure i telefonini: al vaglio degli investigat­ori eventuali contatti pregressi e diretti tra la vittima e la guardia giurata, ma non da meno anche il rapporto della guardia giurata con il complice: sicuro è che «non colpivano a caso: puntavano imprendito­ri con un certo tenore di vita e automobili di grossa cilindrata», conferma il comandante di Gardone Valtrompia, capitano Fabio Iapichino.

Al suo fianco il colonnello Francesco Tocci, a capo del nucleo operativo provincial­e, a evidenziar­e, con orgoglio, «il lavoro dei suoi uomini: lucidi, determinat­i e rapidi, di fronte a una situazione affatto facile e soprattutt­o imprevedib­ile».

Il gip ha convalidat­o gli arresti: entrambi i rapinatori sono in carcere.

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Carabinier­i Le armi e il mefisto sequestrat­i ai due rapinatori arrestati in flagranza

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